Oltraggio ai poliziotti uccisi delle Br Il Pdl ripulisce le lapidi imbrattate

Una grossa A di anarchia, scritta con la bomboletta spray, campeggia sulla lapide di via Schievano, vicino al sottopasso di viale Cassala. O meglio, campeggiava. A ripulire dagli scarabocchi dei vandali le tre fotografie dei poliziotti uccisi nel 1980 in un agguato rivendicato dalle Brigate rosse, ci hanno pensato i rappresentanti comunali del Pdl, guidati da Giulio Gallera . Un segno di rispetto verso le famiglie delle tre vittime: l’appuntato Antonio Cesari e gli agenti Rocco Santoro e Michele Tatulli.
L’attentato venne rivendicato dalle Br, che volevano a loro modo dare il «benvenuto» al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, appena trasferito nel capoluogo meneghino al comando della Divisione Pastrengo. Le vittime erano in servizio presso il commissariato di Porta Ticinese della questura.

Le Br, armate di mitra, a bordo di una Fiat 128 bianca, seguirono un'auto civetta della Polizia impegnata in un giro di perlustrazione e, approfittando del traffico mattutino, aprirono il fuoco in pieno centro cittadino uccidendo i tre agenti.

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