nostro inviato a Stoccolma
Re Carlo Gustavo XVI di Svezia si siede di sghembo sul divano, davanti al caminetto scoppiettante di uno dei saloni del Palazzo Reale. Ha un atteggiamento informale e, rispondendo alle domande, giocherella con il mazzo di chiavi di unauto. Alla sua destra, la bruna Regina Silvia, di origini tedesche, sta ritta, composta e sorridente su una poltrona. È sotto lo sguardo di un ritratto del maresciallo di Napoleone Gian Battista Bernadotte, capostipite francese della famiglia reale, che si svolge lintervista. Scandita da un orologio dorato che, ogni quarto dora, fa sentire la sua voce.
Maestà, alla fine di marzo sarete in Italia per una visita di Stato: che cosa vi aspettate da questo viaggio?
«Siamo molto contenti - dice il re - di tornare in Italia. La conosciamo bene, anche se lultima visita di Stato è del 1991. Sarà per noi unoccasione per tenere vivi gli ottimi rapporti con il Paese. Mio nonno Adolfo Gustavo era un appassionato archeologo ed era spesso in Italia per le sue ricerche etrusche, a Viterbo. Due anni fa siamo andati ad una mostra con alcuni dei suoi reperti. Ma questo è il passato. Ora siamo ansiosi di conoscere il presidente della Repubblica Napolitano e il premier Berlusconi, con alcuni ministri e i vertici della Confindustria. Con noi, a Roma e a Bologna, ci sarà una folta delegazione di industriali e il programma è interessante, con seminari su ricerca, ambiente, energia».
Lei è molto impegnato su questi temi: è un modo per rendere più attuale il ruolo di un monarca nel mondo?
«Il mio interesse risale al 1972, quando abbiamo preparato unimportante conferenza sullambiente. In Svezia avevamo solo progetti locali, mancava una rilevanza globale. Con la crisi energentica la questione è diventata di primo piano. Ma la svolta, per me, è stata 5 anni fa: ho partecipato ad una crociera di 38 ore al Polo Nord, con alcuni scienziati, che mi ha aperto gli occhi. Lo choc per i rischi possibili è stato forte. Mi sono chiesto che potevo fare io e ho cominciato ad approfondire questi temi. Continuo ad incontrare persone che non sono convinte della responsabilità delluomo nei mutamenti ambientali, ma se nel futuro vogliamo essere liberi dobbiamo investire nella ricerca di unenergia pulita. Le possibilità sono tante: energia solare, eolica, etanolo. Dobbiamo studiarle».
Queste chiavi che ha in mano sono di unauto verde?
«Ancora non è chiaro quale sia la soluzione migliore. Letanolo sembra una buona risorsa, ma in una delle mie tenute abbiamo provato a ricavare anche un combustibile dal letame. Mentre si sperimenta io provo di tutto, dallauto elettrica a quella a gas, al cavallo».
«E io vado in bicicletta - interviene la regina Silvia -. Qui la usiamo molto e non inquina».
Vi preoccupa la crisi economica? Quale messaggio vorreste mandare alla gente?
«Credo - risponde il re - che adesso il problema sia capire quando la crisi finirà. Allinizio mi ha sorpreso la sua gravità e ora mi chiedo quanto si allargherà. Penso che ci vorranno molti anni prima che le cose tornino in ordine, ma i Paesi e le banche devono rivedere le loro strategie per il futuro. Bisogna investire in programmi a lungo termine. Lerrore è voler vedere subito i risultati, cercare il facile guadagno. Il buon esempio è quello dei nostri boscaioli: quando piantano nuovi alberi pensano alle generazioni future. Bisogna fare come chi investe nelle foreste, non come gli uomini daffari che vogliono vedere il denaro il mese dopo».
È cambiato qualcosa nella vita quotidiana della famiglia reale? Cè stato bisogno o ci sarà di tagli nelle spese?
«No, non mi sembra. E non credo che la nostra vita debba cambiare, perchè se tutti tirano il freno leconomia non riparte. Il denaro deve continuare a circolare».
È unaffermazione che piacerebbe al nostro premier Berlusconi. Ma il welfare svedese, che è un modello per il mondo, non subirà i contraccolpi della crisi?
«Spero di no. Certo, ci dovranno essere delle trasformazioni. Ci vengono richiesti interventi per aiutare le persone in difficoltà economiche e il nostro governo sta lavorando per far fronte alla situazione».
Una domanda alla regina, che è molto impegnata per la cooperazione. Si rischiano tagli anche in questo settore?
«Credo che ci voglia il massimo impegno - risponde lei - per coordinare lazione dei governi e delle associazioni internazionali. Dobbiamo incoraggiare la solidarietà tra gli Stati».
In Svezia la monarchia è molto popolare, la nostra esperienza è ben diversa. Quali caratteristiche devono avere dei Reali oggi?
«Noi cerchiamo sempre di rispettare le persone, di ascoltare i loro problemi, di incoraggiarle quando serve. Di avere un atteggiamento di amicizia verso tutti e di renderci utili».
La regina pensa che le donne italiane debbano invidiare qualcosa, per la parità, alle donne svedesi?
«Invidiare? Non so, ognuno ha i suoi modelli, ma è molto importante leducazione. E non bisogna accontentarsi dei risultati ottenuti, anche noi abbiamo molto ancora da fare».
«In Svezia - interviene il re - ormai ci sono molte donne in ruoli importanti. Me ne sono accorto negli anni, perché una volta ero seduto accanto alle mogli delle autorità, dei sindaci, e ora mi trovo vicino i loro mariti. In Italia, le donne hanno un ruolo forte nella famiglia. E la tradizione è molto importante».
Lorologio sul camino ha già suonato tre volte, è ora di chiudere lintervista. Cè solo il tempo di unultima domanda, tutta femminile, alla regina.
Lei ama la moda italiana?
«Sì, mi piace molto. Voi avete un ottimo gusto. Anche questo - dice lei, indicando il delicato twin set di cachemire spinato di beige - è italiano. Non dico di chi è, perchè non voglio fare propaganda, ma lo stile è facile da riconoscere».
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