Paolo Buzzetti (Ance): «Guardare all’edilizia come motore del rilancio»

Paolo Buzzetti (Ance): «Guardare all’edilizia come motore del rilancio»

Su Dossier un intervento di Paolo Buzzetti, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), prende in esame l'andamento del settore, mettendo in luce gli effetti della recente crisi economica. «Il mondo delle costruzioni sta pagando a caro prezzo gli effetti della crisi dei mercati finanziari - spiega -. Le aziende devono affrontare la restrizione del credito e i ritardati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione». Secondo Buzzetti, è proprio al settore edile che bisognerebbe guardare per avviare concrete azioni anticicliche, capaci di rilanciare l'economia. Un fattore che Ance sostiene da tempo. «La spesa pubblica produttiva, come quella delle infrastrutture, va salvata - prosegue -. Ogni miliardo di euro investito in edilizia genera ricadute positive per ben 3,4 miliardi di euro. Tuttavia, negli ultimi anni, si è puntato su una politica di tagli agli investimenti, piuttosto che alla spesa corrente, generando, dal 2005 a oggi, una contrazione del 44,5% del mercato dei lavori pubblici». Tre gli obiettivi su cui concentrare gli sforzi.
«È necessario investire nell'edilizia sostenibile - aggiunge - intervenendo sulla gran parte degli edifici esistenti, secondo i più moderni criteri di risparmio energetico e le attuali norme antisismiche. Importante, poi, è rendere accessibile la casa anche alle fasce medio-basse, attraverso mutui a condizioni agevolate e incentivi fiscali mirati. Ma, soprattutto, è urgente avviare un piano città capace di realizzare una radicale riqualificazione del tessuto urbano per recuperare le periferie, riorganizzare la mobilità e rendere le nostre città motori di sviluppo economico, poli turistici di grande interesse e luoghi di sempre più elevata qualità della vita.

Quest'ultimo punto - conclude - è fondamentale. La città, intesa come luogo di produzione della ricchezza materiale e culturale di un paese, è destinata a essere il principale terreno del confronto futuro tra le economie mondiali».

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