da Roma
Capi della politica, della scienza e della religione. Questo rappresentano i Re Magi di Duemila anni fa e a quelli di oggi il Papa chiede di lavorare per trovare la strada comune verso una Terra promessa «dove regnano libertà, giustizia e pace».
Benedetto XVI ne parla nell'omelia della messa dell'Epifania, celebrata a San Pietro di fronte a migliaia di fedeli. Li indica anche come leader di altre fedi che con il cristianesimo devono confrontarsi senza «aver paura» e avverte che il gigantismo dei mass media, annebbiando le capacità di critica, può far perdere di vista la vera sfida della globalizzazione, che è quella per un umanesimo moderno.
Joseph Ratzinger aggiunge a braccio questa frase al suo discorso: «Non sarà possibile nessun nuovo ordine politico e economico se non ci sarà un rinnovamento spirituale, se non sappiamo avvicinarci a Dio e trovarlo in mezzo a noi».
Allinizio del Terzo Millennio, limmensa espansione dei mezzi dinformazione è, per Benedetto XVI, una grande opportunità ma anche un grande rischio. «Se essi da una parte moltiplicano definitivamente le informazioni - spiega-, dall'altra sembrano indebolire le nostre capacità di una sintesi critica». Per questo, lazione dei mass media che bersagliano luomo di notizie può disorientarlo e rendere più arduo l'annuncio cristiano.
Proseguendo la strada dellautocritica aperta da Giovanni Paolo II, Ratzinger raccomanda a tutti di non «aver paura di Cristo e del suo messaggio», malgrado gli errori compiuti dagli uomini di Chiesa. E invita al confronto i capi delle altre religioni.
«Se nel corso della storia - dice- i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno talora potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancor di più che la luce è Cristo e che la Chiesa la riflette solo rimanendo unita a Lui».
Il Papa spiega il senso evangelico del viaggio dei Re Magi, figure in cui si riconoscono «le tre dimensioni costitutive dell'umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa». Sono raffigurati in pellegrinaggio, cioè alla ricerca di qualcosa che trovano alla fine in Cristo, «Dio che a sua volta è in pellegrinaggio verso l'uomo» e decide per questo di entrare nella storia.
Ratzinger si rivolge ai governanti, riproponendo l'invito del Concilio Vaticano II ad essere «sulla terra promotori dell'ordine e della pace tra gli uomini». Agli scienziati chiede di continuare «a cercare, senza mai rinunciare, senza mai disperdere la verità». Ma a queste due categorie il Papa ne aggiunge una terza. «Ai capi dei popoli, ai ricercatori e agli scienziati oggi più che mai è necessario affiancare i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane, invitandoli a confrontarsi con la luce di Cristo, che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa della civiltà, specialmente nelle grandi anime che hanno contribuito ad edificare l'umanità con la loro sapienza e i loro esempi di virtù».
Ratzinger prosegue la sua spiegazione alla preghiera dellAngelus, di fronte a 80mila fedeli: se i pastori, rappresentati anche nel grande presepe di piazza San Pietro, sono il popolo di Israele, i Magi che erano «probabilmente dei capi religiosi persiani» sono il simbolo di un cristianesimo che non si basa più «sulla omogeneità etnica, linguistica e culturale, ma solo sulla fede comune in Gesù». Realizzano, dunque, l'adesione dei popoli pagani alla fede in Cristo. E l'Epifania di quel bambino mostrato nella grotta di Betlemme è anche «epifania della Chiesa, cioè manifestazione della sua vocazione e missione universale».
Il 6 gennaio è la festa dei bambini, ricorda il Papa, ma anche la Giornata mondiale dell'infanzia missionaria. E Ratzinger invita «gli educatori» a «coltivare nei piccoli lo spirito missionario, affinché nascano tra loro missionari appassionati».
Nella piazza ci sono centinaia di figuranti in costume storico, sia a piedi sia a cavallo, accompagnati da bande musicali: hanno partecipato alla manifestazione «Viva la Befana», per celebrare l'Epifania come «festa della famiglia». Ratzinger li saluta e fa anche gli auguri agli ortodossi, che proprio oggi festeggiano il loro Natale.
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