Andrea Tornielli
da Roma
La Santa sede ha promosso un sondaggio tra i vescovi italiani per preparare la successione del cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, che compie 75 anni il 19 febbraio e conclude, pochi giorni dopo, il suo terzo quinquennio alla guida dellepiscopato. È uniniziativa assolutamente inedita quella che nei giorni scorsi è stata messa in moto da parte del nunzio apostolico in Italia, Paolo Romeo. Il prelato ha preso carta e penna e ha indirizzato una missiva ai vescovi residenziali, chiedendo loro, per volontà del Papa, lindicazione di un nome per la presidenza della Cei. Una sorta di «primarie» per il dopo Ruini. Consultazioni riservate di questo tipo sono del tutto usuali per le nomine dei vescovi, ma non lo sono affatto per la designazione di colui che siede al vertice della conferenza episcopale. Mentre in tutti gli altri Paesi del mondo, infatti, il presidente viene regolarmente eletto dallassemblea dei vescovi, in Italia, dato lo speciale legame con il Papa che di fatto vi risiede e ne è il primate, la nomina è sempre stata lasciata alla sua decisione. E prima di prenderla, i Papi del passato hanno solitamente consultato i cardinali residenziali italiani, non i vescovi.
Dopo lelezione di Benedetto XVI cerano stati esponenti dellintellighenzia cattolica che avevano auspicato lapplicazione anche al nostro episcopato delle regole utilizzate altrove, in nome della collegialità. La lettera della nunziatura, in arrivo ai titolari delle diocesi, sta a indicare che il Papa si riserverà comunque la nomina, ma intende procedere dopo avere sentito il parere dei vescovi. Sta anche a indicare che il cardinale Ruini, fedelissimo collaboratore di Giovanni Paolo II e poi di Papa Ratzinger, sotto la cui presidenza sono avvenuti cambiamenti epocali nella politica italiana come la fine del partito cattolico, non sarà prorogato a lungo nellincarico. Il porporato emiliano non è certamente attaccato alla poltrona e non è escluso che preferisse lasciare il testimone al suo successore prima dellimportante convegno della Chiesa italiana che si celebrerà il prossimo ottobre a Verona. Benedetto XVI, invece, gli avrebbe chiesto di rimanere almeno fino a quella data.
Divenuto prete a 23 anni, insegnante di filosofia e teologia, è stato nominato vescovo nel 1983 e ha preparato il convegno di Loreto dell85, che segna in qualche modo il prevalere della linea wojtyliana, quella della presenza dei cattolici nella vita sociale e politica. Lanno successivo è promosso segretario della Cei, allora guidata dal cardinale vicario Ugo Poletti. Nel 1991 viene nominato al posto di Poletti, sia come vice del Papa per la diocesi di Roma, sia come presidente dei vescovi. Wojtyla lha riconfermato nel 1996 e poi nuovamente nel 2001.
Chi sarà il suo successore? Impossibile saperlo, così come è impossibile ipotizzare quale sarà lesito della consultazione in corso. Negli ultimi mesi, gli osservatori avevano ipotizzato tre possibili nomi, tutti già cardinali: quello del patriarca di Venezia Angelo Scola, quello dellarcivescovo di Genova Tarcisio Bertone, quello dellarcivescovo di Firenze Ennio Antonelli (già vice di Ruini come segretario della Cei dal 1995 al 2001). A questi cè chi aggiunge anche il nome dellarcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, che dovrebbe ricevere la porpora nel prossimo concistoro. Fin dallinizio della sua storia, nel 1952, la conferenza episcopale italiana è stata guidata da un cardinale residenziale.
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