Papini riscrive per tutti la storia della filosofia

Papini riscrive per tutti la storia della filosofia

Non c'è mai stata la platonica città retta dai filosofi, ma quando un bravo professore-filosofo scrive un libro su ciò che insegna, ci aiuta a pensare così da ritenerlo un vero bestseller. È il caso di «Nuovi Studi di Storia della Filosofia» di Claudio Papini, edito da Libero Pensiero (www.amiciliberopensiero.it), con sette «progetti editoriali» che negli ultimi due anni hanno stentato a realizzarsi. Perciò alle cinque Introduzioni (Ardigò, Von Hartmann, Luciano, Rensi, De Sade) non seguono i relativi saggi e in Appendice sono le due conferenze di Einstein sulla relatività e Trasformazione della democrazia di Pareto, che è un grande testo di economia. Papini ha all'attivo altri testi di filosofia o riguardanti la scuola, sei volumetti di Materiali per le Ricreazioni federaliste, sei gialli sotto pseudonimo. Non stupisca: un buon giallo richiede esercizio di pensiero. Nel nuovo libro il comune denominatore è l'interesse scientifico motivato da una premessa di Carlo Cattaneo: gli studiosi si concentrino sul genio di Newton e di Volta perché «quante le cose su la mole e le distanze e la velocità dei corpi celesti più poetiche assai d'ogni poesia».
Le Introduzioni di Papini hanno il pregio di inquadrare lo sviluppo di un pensiero nella sua epoca. Il positivista Ardigò, sacerdote sospeso a divinis per il saggio su Pomponazzi, «pensa» quando la fondazione del Regno d'Italia per la questione di Roma capitale lo contrappone al Papato (Pio IX e i Gesuiti predominanti nella Curia romana), causando l'emarginazione dei cattolici; Hartmann scrive quando la vittoria di Sadowa (1866) rappresenta il trionfo della luterana Prussia contro la cattolica Austria. Quando si afferma l'ateismo dell'Ottocento (Comte, Feuerbach, Schopenauer, Marx, Engels) anche teorizzato da un religioso, il teologo Strauss fino a sostenere che il Gesù della Storia è vero ma il Cristo della Fede inventato. Hartmann che esordì da militare guarda al panteismo germanico, figlio dell'antica Grecia, come ad un senso antico della forza, alieno da cedimenti a forme di rassegnazione. Tutte notizie, come il suicidio di Ardigò lacerato tra attrazione religiosa all'Inconoscibile e necessità di stare nel finito (orizzonte positivista) che ci vengono «spinte innanzi» dalle Note biografiche, di corredo agli autori.
Attraverso le Note vediamo Luciano, uno degli spiriti più liberi e ironici (sua una suprema leggerezza dell'essere) nell'Impero di Adriano e Marco Aurelio, nel momento di rivolte e diritti estesi, nel fiorire di filosofi e storici come Origene, Minucio Felice, Tertulliano... Mi ha molto colpito la genesi sul suo Della morte di Peregrino, un filosofo cinico, conosciuto -vecchio- in un viaggio per mare. Lo aveva visto piangere durante una tempesta confuso con le donne. La Nota mi ha riportato il Priamo di Omero con la «canizie lordata nel sangue» di Troia conquistata, o San Colombano che scrive al discepolo Attala quanto fragile senta il corpo di vecchio. Ripudierei l'aureo «De senectute» ciceroniano, elogio della vecchiaia, se non fosse per la fede del vecchio nel «piantar alberi che il nipote vedrà grandi». Ancora una Nota biografica, sul traduttore di Luciano, il senatore del Regno Luigi Settembrini già cospiratore per l'Unità d'Italia, che il governo borbonico voleva deportare in America ma fu salvato dal figlio: che storia, che storie!
Splendida mi è sembrata l'Introduzione a De Sade, recluso per 27 anni, che scrive da prigioniero testi politici e teatrali sequestrati, censurati (e organizza spettacoli per i detenuti). Testi con queste riflessioni: «Chi non ama il suo Re (oggi vale per lo Stato) e il suo Paese non è degno di vivere»; «Rendere felici gli altri quanto si desidera esserlo noi e non recar maggior male di quanto ne vorremmo ricevere».
Questo De Sade di cui Camus dice che «trattato in modo atroce dalla società le rispose in modo atroce», che fu amato dalla moglie, dalla cognata con cui fuggì e fatto imprigionare dalla suocera «matriarca».

La moglie cercò di rivederlo travestita in abiti maschili, fu amato infine da un'ultima compagna a lui fedele per 24 anni fino alla morte: nella presentazione di Papini mi ha fatto venire la certezza che abbia una storia tutta da riscrivere.

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