Il pappagallo e i delitti della Lunigiana

Un noir sorprendente di Giancarlo Perazzini ambientato fra le montagne intorno a Pontremoli: sarà Cocò I a smascherare l'assassino

L'idea l'aveva già avuta Erle Stanley Gardner: un pappagallo aveva svelato a Perry Mason l'autore di un delitto. Giancarlo Perazzini, scrittore quasi esordiente ma già abile artigiano della penna, non teme i paragoni eccellenti. Il suo pappagallo, anzi i suoi due pappagalli, aiutano a risolvere un delitto che più rompicapo non si può: c'è stato uno sparo, ma la vittima è morta accoltellata. Trama intrigante, perfino troppo scoppiettante, quella disegnata dall'immaginifico Perazzini, un dirigente industriale prestato alla letteratura e al romanzo giallo. Il suo Il Mistero del Castello, Albatros Il filo, è davvero una sorpresa, fin dall'ambientazione in una bellissima, a tratti struggente Lunigiana, una terra che molti italiani hanno attraversato, correndo sull'autostrada Parma-La Spezia ma che pochi conoscono. Ci sono i borghi, i castelli, le rondini in picchiata sulle torri medioevali e c'è una catena impressionante di omicidi che sconvolge la sonnacchiosa vita dell'eterna provincia italiana. Scavano i carabinieri, ma scava anche Antonio Guerrieri che è un po' l'alter ego di Perazzini: piano piano le inquietudini e i peccati nascosti dietro la cortina del perbenismo vengono a galla, in un intreccio complesso, per nulla scontato, con ripetuti colpi di scena. Fino all'epilogo che ci consegna un killer dall'aspetto gentile ma dalla psicologia feroce.

Guerrieri ha visto, anzi ha intravisto, Cocò I ha sentito, anche il cane Lampo, degno comprimario in questa Arca di Noè, farà la sua piccola ma preziosa parte. E il lettore si divertirà: le sensazioni forti sono sempre spruzzate di ironia.

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