Carissimo Kakà, la sua è stata
un’estate turbolenta...
«Difficile, molto difficile. Perché ho
dovuto prendere una decisione delicata:
avevo trascurato,
per troppo
tempo, l’acciacco
al ginocchio e dovevo
fermarmi. Così
è saltata Pechino,
sono saltate le partite
di qualificazione
mondiale e la
prima di campionato
col Milan. È la
prima volta che dovevo
fare i conti
con un guaio fisico
e non mi sono certo divertito».
Adesso come va?
«Meglio, molto meglio. Ho solo bisogno
di giocare, di ritrovare la misura
sul campo, di perfezionare la
condizione fisica».
Molti, tifosi ed esperti, censurano
il mercato milanista: ma è stato di
così basso profilo?
«Io faccio un altro mestiere e lascio
fare ai dirigenti del Milan che hanno
competenza ed esperienza. Loro
sanno che da noi esistono valori
e comportamenti a cui ispirarsi. Il
giudizio lo daremo a maggio prossimo:
se non avremo vinto, allora si
potrà dire mercato sbagliato».
Senza vittorie, cosa farà Kakà?
«L’ho detto e lo ripeto cento volte:
finchè il Milan vince, io resto qui».
Cosa è successo a Pato?
«Col gol di giovedì sera gli è tornato
il sorriso. Sta imparando cose importanti
del calcio italiano, sta diventando
un professionista, a 19
non puoi esserlo, a 19 anni sei uno
che si diverte a giocare al calcio».
Come si comportano Ronaldinho
e Shevchenko?
«Lavorano tantissimo per recuperare
la forma migliore. Non so cosa
succederà domani ma so che hanno
dentro una voglia straordinaria di fare
bene e si battono per il gruppo».
Carissimo Kakà, a Genova nel suo
ritorno in campionato si è imbattuto
in un altro arbitro ostile. Che le
succede con gli arbitri?
«Ho detto all’arbitro Rocchi alla fine
della partita: “Guardi che io non
mi butto mai, se cado, in area, è
perchè qualcuno mi ha toccato o
spinto”. Io non li critico mai, so che
devono decidere in un attimo ma
forse dovrebbero studiare le caratteristiche
dei singoli calciatori per
giudicare meglio».
Ancelotti è sulla graticola: con voi
come si comporta?
«Il gruppo è schierato al gran completo
dalla sua parte non per abitudine
ma per convinzione. Perchè in
altre cento occasioni dello stesso tipo,
è riuscito a portarci fuori dal
tunnel e a guidarci verso il successo.
Si vede che è abbattuto ma è
fiducioso. E soprattutto sereno,
mai una parola fuori posto».
Le piace Mourinho?
«Molto. E anche
le sue battute,
che riempiono
i giornali,
non sono
mai cattive,
non feriscono,
io le trovo divertenti
semmai.
A me piace,
come persona, oltre
che come allenatore».
La stella del mercato?
«Ronaldinho. Sono in
molti quelli che hanno
preferito il campionato
italiano per la sua presenza,
per assistere ai suoi numeri».
Ma gli avete detto che i numeri
da circo, contro lo Zurigo,
valgono poco?
«Ne abbiamo parlato giovedì
notte, a fine partita. Dobbiamo
dargli fiducia, mettergli
sulle spalle responsabilità.
Col Bologna ha fornito 5 assist,
non sono numeri da circo».
Quando sarete pronti lei e il Milan
per muovervi dallo zero in
classifica?
«Dobbiamo cambiare alcune cosette.
Guardi nel Milan è successo questo:
pensavamo tutti, tutti noi dello
spogliatoio, che andare in campo,
giocare e vincere, fosse possibile
col pilota automatico. E invece no.
In certi momenti c’è bisogno di soffrire,
di fare sacrifici, di lottare. Noi
avevamo perso la visione dei nostri
difetti e ci consolavamo con le nostre
virtù. E invece adesso bisogna
riacquistare la nostra identità puntando
a un obiettivo».
Quale, scusi?
«A San Siro il Milan deve vincere.
Deve vincerle tutte. Lavorando sodo
in settimana, aiutandosi, marcando
con umiltà, ritornando in difesa,
senza più pensare al proprio
particolare».
Lei Kakà in quale schieramento si
ritrova meglio?
«Io sono disponibile a giocare seconda
punta o trequartista, non ho
problemi, ci pensa l’allenatore.
Una sola cosa non posso e non voglio
fare: giocare con le spalle alla
porta perchè violenta le mie caratteristiche».
Cosa ha provato a debuttare in Uefa?
«Una “saudade” pazzesca. La sera
prima, in tv, vedendo le altre italiane
in Champions ero molto triste. E
dovremo ricordarcene sempre, tutte
le volte in cui ci allontaneremo
dalla zona Champions».
Se fosse Kakà giurato per il Pallone
d’oro, chi voterebbe?
«Lo darei a Cristiano Ronaldo. Penso
che l’abbia strameritato. Ha vinto
la classifica dei gol, ha vinto la
Premier league e poi la Champions
nello stesso mese facendo la differenza
sul campo. Cosa volete di
più?».
Due partite, 0 punti: ma fa ancora in tempo il Milan a vincere lo scudetto?
«Sì, anche se peseranno questi punti persi, in particolare quelli col Bologna ». Ultima domanda, Kakà: come va da papà? «Non sono ancora da Pallone d’oro mavi garantisco che è molto bello e imparo ogni giorno qualcosa».
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