Parmalat, interviene Bruxelles: «Chiarite le norme anti-Opa»

Bruxelles accende un faro su Parmalat: i servizi del commissario Ue al mercato interno, Michel Barnier, hanno chiesto alle autorità italiane «informazioni» sulle norme già varate e su quelle in cantiere che hanno come obiettivo quello di fermare le scalate di gruppi stranieri in settori considerati di interesse strategico, come è appunto il tentativo della francese Lactalis di conquistare il controllo del gruppo di Collecchio. Tuttavia «nessun fascicolo formale è stato ancora aperto», ha detto la portavoce del commissario.
«Siamo in stretto contatto con le autorità italiane - ha affermato - anche se per il momento non sono in programma altri incontri tecnici». Incontri svoltisi negli ultimi giorni e che hanno coinvolto anche i servizi dell’Antitrust della Ue, guidato dal commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia. Lo scopo di tali riunioni è stato quello di capire ciò il governo italiano può fare e ciò che non può fare, pena la violazione delle regole europee.
Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, infatti, ha sempre affermato di volersi ispirare alla legislazione francese, le cui norme anti-Opa, però, non hanno ancora ricevuto il via libera definitivo da Bruxelles. E lo stesso Barnier, intervistato dall’agenzia Radiocor, ha ricordato che «qualche anno fu la Francia ad agitare la bandiera del patriottismo nazionale», riferendosi al tentativo di acquisizione della Danone da parte di Pepsi-Cola nel 2005: una vicenda che l’ha visto coinvolto in prima persona. «Allora io ero ministro del governo francese ed espressi questa convinzione: il livello del patriottismo economico si misura a livello europeo, non Paese per Paese se guardo il mondo così com’è veramente». In ogni caso, il commissario ha detto di non aver ancora incontrato Emmanuel Besnier,il presidente di Lactalis, che intanto ha presentato richiesta al Tribunale di Parma per sospendere la delibera del cda di Parmalat di venerdì scorso sul rinvio dell’assemblea a fine giugno.


A Piazza Affari, ieri Parmalat ha sofferto per l’ipotesi, ventilata da indiscrezioni di stampa, di una possibile ritirata dalla battaglia per il controllo di Collecchio - proprio a causa della dura posizione assunta dal governo italiano - da parte dei francesi, che attualmente detengono il 29% circa del gruppo alimentare: il titolo Parmalat ha perso il 2,45% a 2,31 euro.

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