Partono per la gita, una frana le uccide a 14 anni

RomaDoveva essere un premio quella passeggiata sulla spiaggia di Cala Rossano, a pochi passi dal porto di Ventotene. La loro gita di quattro giorni sull’isola pontina era appena cominciata, ma loro, gli alunni di due terze medie della scuola Anna Magnani di Morena, alla periferia di Roma, si erano già guadagnati il diritto a un giro in riva al mare.
La tragedia è arrivata all’improvviso, dall’alto. Un costone di roccia è venuto giù e ha travolto quattro studenti che si erano staccati dal gruppo di compagni, uccidendone due. Francesca Colonnello e Sara Panuccio, entrambe quattordicenni, non ce l’hanno fatta. Una è morta sul colpo, centrata in pieno da due metri cubi di roccia e tufo caduti da sei metri di altezza, l’altra è deceduta dopo un estremo tentativo di rianimarla compiuto dagli operatori del 118. Feriti altri due ragazzini: Atena Raco, 13 anni, portata in gravi condizioni in eliambulanza all’ospedale di Latina, e un altro giovane ricoverato per una lesione a una gamba. Sotto choc e assistiti dagli psicologi i compagni di classe e i quattro insegnanti che li accompagnavano.
Per i soccorritori è «stata una maledetta fatalità». Le due ragazze si trovavano a una delle due estremità della spiaggia, a pochi passi dal costone roccioso. Non era una zona interdetta, non c’erano segnali di pericolo, la balneazione consentita. E pare che la parete rocciosa da cui si è staccato il masso killer fosse stata messa in sicurezza un anno fa. Per questo il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, continua a ribadire che non era possibile prevedere la sciagura. «È stata una tragedia improvvisa, mai avuto un segnale di cedimento in quella zona», dice. Anche se c’è chi la pensa diversamente: «Da anni lanciavo l’allarme che un giorno avremmo pianto. Ci sono altri punti sull’isola a rischio», sostiene Pietro Pennacchio, un residente. E poi c’è un’interrogazione presentata un anno fa in cui il senatore del Pd Raffaele Ranucci chiedeva al governo di adottare provvedimenti urgenti per la messa in sicurezza di Ventotene dopo i danni provocati all’isola dalle piogge dell’anno precedente. Un grido d’allarme rimasto inascoltato.
Quella di ieri era la prima uscita dei ragazzi. Avrebbero dovuto fare un’escursione, ma un’alunna si era sentita poco bene e i professori avevano cambiato programma. E poiché durante la visita al porto romano, poco prima, si erano comportati bene, avevano ricevuto come premio la possibilità di passeggiare a Cala Rossano. «Appena arrivati in spiaggia - racconta il preside dell’istituto, Riccardo Brugner - gli studenti avevano poggiato gli zaini vicino alla roccia, non sembravano esserci segnali di pericolo, quella che è crollata è una cala tipica dell’isola dove si trova anche una scuola di vela». Il gruppetto di amici si era staccato dal gruppo per cercare un po’ d’ombra e si è messo proprio sotto il costone di roccia che sovrasta la spiaggia. Poi, improvvisamente, il rumore della pietra che rotolava giù, le urla di chi si è reso conto che stava venendo giù tutto. Un fuggi fuggi generale: i ragazzini cercavano scampo in mare. Le insegnanti hanno subito cominciato a scavare con le mani per tirare fuori i corpi delle due ragazze travolte dalle pietre, ma è stato inutile.
I vigili del fuoco si sono messi subito al lavoro per stabilire le cause del crollo e per escludere ulteriori rischi. Un sopralluogo è stato effettuato anche dal magistrato di turno, Vincenzo Saveriano.

I compagni di classe delle vittime sono tornati in traghetto a Formia protetti dalla Guardia di Finanza e poi accompagnati a Roma. I genitori di Sara e Francesca, invece, sono arrivati in elicottero a Ventotene e hanno vegliato le salme nel cimitero dell’isola.

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