Una volta all'anno, da ormai 10 anni, ritorna, ed è sempre accompagnata dal Salone Internazionale del Ciclo e Motociclo di Milano. È la classicissima PedalatAzzurra, nata nel 1995 da un'idea di Fiorenzo Magni, Vanni Adorni ed EICMA. È la «super ciclo turistica» d'Italia, non solo uno dei raduni più partecipati, ma anche un modello di riferimento per il rilancio del cicloturismo sportivo in Italia.
Mentre le GranFondo, con l'esclusione di quelle storiche sempre molto partecipate, sono oggi in una fase di piena maturità del loro ciclo di vita, le cicloturistiche, dopo il declino degli ultimi anni, potrebbero conoscere una nuova fase di sviluppo proprio come attività promozionale rivolta a nuovi segmenti di pubblico. Con l'avvento del Nuovo Codice della Strada, l'organizzazione tecnica a livello cicloturistico ha sicuramente avuto una battuta di arresto. Con la determinazione di invertire la tendenza negativa del cicloturismo nazionale, il Comitato Organizzatore della PedalatAzzurra intende proporre l'idea di andare oltre il concetto classico del raduno cicloturistico, elevando lo standard organizzativo offerto. È nata così l'idea della «super cicloturistica» e quindi quella della Denominazione Organizzativa di Qualità con il marchio Cicloturismo DOQ.
Esistono due aspetti fondamentali da affrontare nel voler impostare un «nuovo cicloturismo»: il primo riguarda l'organizzazione tecnica, il secondo coinvolge la promozione, interpretata come capacità di attrarre il pubblico. Nel momento in cui la prima raggiunge uno standard di qualità di buon livello, la seconda diventa la «variabile strategica di successo». A Milano, nel convegno organizzato da Eicma, Comune di Milano-Sport e Regione Lombardia-Sport e Turismo, presenti i Presidenti Nazionali FCI e Udace, è stato lanciato il marchio Cicloturismo DOQ, con la ferma volontà di riqualificare l'offerta cicloturistica nazionale. Tre i parametri principali che definiscono lo standard organizzativo di qualità: in primo luogo la sicurezza dei partecipanti che vuol dire scorta della Polizia Stradale, scorta tecnica, assistenza medica, assistenza meccanica, mezzi di raccolta e accompagnamento in arrivo dei partecipanti «stanchi». Sopralluoghi meticolosi per la verifica del percorso, capacità di creare rapporti amichevoli con i comuni di transito e la Polizia Locale, per avere tutto il prezioso e indispensabile supporto per la definizione del percorso migliore nell'attraversamento dei centri abitati. Sotto il profilo della sicurezza, una cicloturistica, consente un più elevato controllo e scorta dei partecipanti, oltre ad avere un impatto decisamente minore sulla viabilità ordinaria, rispetto a qualsiasi GF.
In secondo luogo, la piacevolezza del percorso, che deve valorizzare le tipicità territoriali, anche attraverso i punti di sosta/ristoro; la definizione di percorsi con strade quali le provinciali secondarie, le comunali e addirittura le piccole strade di campagna, tutte caratterizzate da un basso tenore di traffico, che oltre ad «appagare la vista e quindi lo spirito» sono anche più sicure. Terzo parametro, concetto di derivazione decisamente turistica, l'accoglienza organizzativa che vuol dire qualità delle informazioni, sacca gara completa che giustifichi il costo di iscrizione, premi ad estrazione e per società, puntualità e precisione organizzative, un ristoro ogni 50 km.
Quello che manca alle cicloturistiche ed è invece l'argomento vincente della GF è la classifica individuale. Oggi prevale la logica un po' troppo arrogante del «tu partecipa pure, io intanto vinco». Sembra, ma in realtà alcuni segnali di cambiamento si colgono. Alla PedalatAzzurra si assiste ad una crescente partecipazione femminile e alle ultime edizioni hanno partecipato anche dei giovanissimi (non-atleti), ragazzi di 11 e 12 anni che pedalano in gruppo per 80 km insieme ai genitori. E quello della PedalatAzzurra e in genere del ciclismo turistico e ricreativo, è un pubblico nuovo, che pratica più per salutismo e fitness all'aria aperta, che per agonismo puro, quindi con un «nuovo atteggiamento culturale». Sono segnali di una nuova tendenza, una tendenza che merita di essere incoraggiata e sostenuta.
L'idea del Comitato Organizzatore della PedalatAzzurra è quella di rilanciare il cicloturismo e il turismo in bicicletta, diventando il motore-promotore per iniziare a «fare sistema» con la bicicletta, qualunque essa sia, come sport, salute, turismo, semplice svago e mobilità, partendo da coloro che la bicicletta la praticano come sport, per avvicinarsi al turismo. Sport e turismo, da sempre sì «tirano la volata». Ora i tempi sono maturi per trasformare la coppia in quartetto, con l'inserimento di salute e fitness.
L'Associazione Albergatori di Gabicce Mare, che da 26 anni organizza la Settimana Cicloturistica di Gabicce e che con la Provincia di Pesaro e Urbino partecipa alla sezione cicloturistica di Eicma, ha già richiesto di poter utilizzare il marchio DOQ per la prossima edizione della sua tradizionale rassegna di primavera.
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