Le pensioni fino a 1400 euro? Saranno rivalutate al 100%

A due giorni dal varo della manovra economica, si delineano i provvedimenti tesi alla diminuzione del debito pubblico. A far discutere sono oggi le norme sulle pensioni. Secondo l'Inps le pensioni più basse saranno rivalutate al 100%, mentre quelle nella fascia tra i 1428 e i 2380 euro avranno una rivalutazione del 45%. Ma l'opposizione insorge. Da Pd a Fli dure critiche alla manovra: "Così si colpiscono i più deboli". E la Cisl accusa: "E' una norma socialmente ingiusta. Il Parlamento corregga questa iniquità"

Le pensioni fino a 1400 euro? 
Saranno rivalutate al 100%

Roma - A due giorni dal varo della manovra economica, si delineano i provvedimenti tesi alla diminuzione del debito pubblico. A far discutere sono oggi le norme sulle pensioni, che, stando alle indiscrezioni, colpiranno non solo le pensioni d’oro, come annunciato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.  Mentre alcuni parlano di stretta anche sugli assegni previdenziali da 1.400 euro al mese, l'Inps ha precisato che le pensioni più basse, fino a 3 volte il minimo - ovvero fino a un importo di 1.428 euro mensili - saranno rivalutate al 100%. Quelle nella fascia fino a 2.380 saranno invece rivalutate al 45%. La norma inoltre interesserà circa 4,4 milioni di pensioni, su un totale di circa 16 milioni di assegni erogati.

Il meccanismo di rivalutazione "La rivalutazione automatica delle pensioni è stata variamente modulata negli anni - ricorda l'Inps - Nel 1995 addirittura il Governo Dini realizzò il blocco generalizzato per tutte le pensioni, anche per le più basse. Il Governo Prodi bloccò interamente la rivalutazione delle pensioni oltre cinque volte il minimo. La manovra ha adottato un meccanismo di rivalutazione a fasce per cui tutte le pensioni sono oggetto di rivalutazione, anche se in misura progressivamente inversa rispetto all'entità della pensione".

Pd: "Manovra inaccettabile" L'opposizione però insorge, contro il provvedimento che, stando alle anticipazioni usciteL'attacco parte dall’ex ministro del Lavoro e deputato del Pd Cesare Damiano, che sostiene: "E' inaccettabile una ulteriore stretta sulle pensioni". Nella manovra , osserva Damiano, "c'è un intervento pesante che colpisce non le pensioni ricche ma quelle medie, una misura che conferma il carattere di ingiustizia sociale di questo provvedimento". Malumori anche in Fli: il capogruppo in commissione Bilancio alla Camera, Nino Lo Presti, sottolinea che la stretta è "una misura che andrà a gravare sulle piccole pensioni e che creerà ancora più disagio nelle fasce più deboli", mentre il vicepresidente dei deputati dell’Udc, Gian Luca Galletti dice che "si colpiscono i soliti noti. O si mette mano alle riforme vere o continueremo ad andare contro le fasce più deboli. Basti pensare che dopo tante promesse non c’è in questo provvedimento nulla per la famiglia". Secondo l’Idv, inoltre, "la manovra è una truffa, scarica il peso sul prossimo governo, non contiene misure strutturali, non rilancia l’economia ed offende pure i cittadini. Taglia sanità e scuola ma non i costi della politica. Un’offesa, una beffa ai danni dei cittadini da parte di una casta sempre più arrogante".

Il no della Cisl "Il Governo ed il Parlamento devono correggere il provvedimento che blocca la rivalutazione delle pensioni", chiede il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, sul tema delle pensioni, "La norma della manovra economica che riduce la rivalutazione delle pensioni per la fascia da tre a cinque volte il trattamento minimo, tenendo conto dell’inflazione, rende ancora più vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno già visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni". Il numero uno della Cisl si aspetta ora "un chiarimento dal Governo, ma il Parlamento, nel percorso di approvazione della manovra stessa, potrà correggere questa palese iniquità, individuando nella riduzione dei livelli amministrativi, negli sprechi e nei costi impropri della politica, la copertura necessaria per dare soluzione ad un provvedimento ingiusto e socialmente non sostenibile".

La norma sulle pensioni Il decreto per la correzione dei conti pubblici prevede la mancata rivalutazione per il biennio 2012-2013 delle pensioni superiori a cinque volte il minimo, cioè 2.300 euro al mese (il minimo della pensione Inps 2011 è di 476 euro al mese), mentre quelle più basse, comprese tra 1.428 e 2.

380 euro mensili, saranno rivalutate per tenere conto dell’inflazione, ma solo nella misura del 45%. A ciò si aggiunge l’allungamento dell’età minima di pensione che dal 2014 salirà di almeno tre mesi con l’anticipo dell’agganciamento automatico delle speranze di vita.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica