Periti scagionano lo Squalo per spari ai tifosi del Genoa

È totalmente incapace di intendere e di volere e socialmente pericoloso Pietro Bottino, 40 anni, l' uomo accusato di una sparatoria avvenuta la sera dell' 11 aprile scorso, davanti ad un club del Genoa, nella quale rimasero feriti due tifosi rossoblù. Lo hanno sostenuto i due periti (della difesa e del gip) durante l' incidente probatorio. La discussione è avvenuta davanti al gip Adriana Petri ed al pm Walter Cotugno. I due periti, Adolfo Francia per la difesa, e Ornella Bartoli per il gip, sono stati concordi nella loro valutazione.
L' episodio avvenne verso le 23 in via Armenia, alla Foce. L' uomo, conosciuto negli ambienti della tifoseria come «lo squalo», in seguito a un diverbio estrasse una pistola calibro 22 e sparò alle gambe di due tifosi genoani ferendoli (uno in maniera piuttosto grave). Dopo aver sparato fuggì sull' autostrada Genova-Ventimiglia e si rifugiò nella casa della madre nel savonese. La mattina dopo i carabinieri lo arrestarono. Bottino, difeso da Raffaella Multedo, attualmente è detenuto nell' ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino.

Nel 1999 l' uomo era stato condannato a 7 anni di reclusione per tentato omicidio nei confronti della fidanzata avvenuto nel '97. Nel maggio scorso, inoltre, aveva patteggiato sei mesi di reclusione davanti al gip Daniela Faraggi per un episodio di violenza privata risalente al 2004.

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