da La Spezia
Si chiama Auv e rappresenta il futuro della sicurezza e delle tecniche dell' antiterrorismo nei porti. Auv è l' acronimo di Autonomous underwater vehicles ed è un piccolo mezzo sottomarino a forma di pesce, lungo poco più di un metro e 40 e pesante 35 chili con la 'testà armata di sensori. Il suo uso, in ambito militare e civile, viene studiato e sperimentato al Nurc, il Nato undersea research center della Spezia. Il Nurc sta infatti sperimentando una rete di sensori di superficie e subacquei, veicolati dall' Auv, in grado di individuare e rendere inoffensivi gruppi di terroristi e nuovi meccanismi per individuare le mine sottomarine nelle aree portuali. Un progetto eccezionale, che viene sperimentato in questo centro di eccellenza che da anni coopera con università e centri di ricerca internazionali, con le Difese di mezzo mondo. Inserito all' interno della Commissione permanente per gli esperimenti del materiale di guerra (Mariperman), il Nurc è un centro unico nel suo genere, che mette a disposizione delle esigenze di sicurezza delle Nazioni l' alta preparazione dei suoi tecnici che provengono da tutti i paesi dell' Alleanza. Ed è l' unico centro che, pur lavorando per la Difesa, applica le sue tecnologie anche alla difesa dell' ambiente. Protetto dalla Marina militare (oggi il livello di allerta è «Bravo», il che comporta strette misure di sicurezza), il Nurc sta lavorando alla messa a punto degli Auv, veicoli di superficie e sottomarini leggerissimi, dotati di grande autonomia (20 ore di navigazione) e di sensori specifici in grado di riconoscere le mine e gli esplosivi che possano essere depositati nei porti, là dove i Cacciamine non possono arrivare. Si tratta di tecnologia all' avanguardia, come scrive Marshall Billingslea, il segretario generale aggiunto della Divisione per gli investimenti per la Difesa della Nato, una tecnologia studiata e applicata interamente al Nurc. I due Auv, chiusi in casse di plastica, se ne stanno nel laboratorio del Nurc in attesa che vengano loro applicati i sensori «dedicati», come spiega l' ingegner Edoardo Bovio, responsabile del progetto.
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