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Piano regolatore, muro contro muro

Quando si dice una battaglia annunciata. Ieri mattina, in aula Giulio Cesare si è aperta la discussione finale per la ratifica del Piano regolatore. Circa 12 ore di lavoro non-stop, intervallate da svariate polemiche, numerosi interventi e persino da qualche striscione di protesta. Senza considerare i circa 20mila odg presentati dall’opposizione: 10mila de La Destra, 3mila di An, 2mila dell’Udc e qualche centinaia di Fi. Se il buongiorno si vede dal mattino, già dai primi segnali si intuiva l’andamento che avrebbe preso il dibattito. Erano circa le 10 quando, appena aperta, la seduta è stata sospesa. E questo perché da una parte il capogruppo di An Marco Marsilio ha presentato al segretario generale del Comune Vincenzo Gagliani Caputo una richiesta di parere di legittimità, poiché, ha detto «ci sono state modifiche sostanziali all’accordo di copianificazione e il piano andrebbe ripubblicato». Dall’altra, il capogruppo dell’Udc Dino Gasperini, sulla scia di quanto detto nei giorni scorsi, ha continuato a denunciare irregolarità nella procedura di convocazione della seduta consiliare. Passano circa due ore. Dopodiché, finalmente, l’assessore all’Urbanistica Roberto Morassut riesce a fare la sua relazione che dà il via ufficiale alla discussione. Un discorso, quello dell’assessore, teso a evidenziare innanzitutto la «straordinaria attenzione data all’urbanistica» negli ultimi sette anni dal Consiglio. Un accenno a Veltroni: «È stato il sindaco del cambiamento». E infine due parole sul Prg, un Piano che unisce «la tutela allo sviluppo, la modernità all’antichità, il futuro al passato». A commentare le parole di Morassut anche Giancarlo Cremonesi, presidente dell’Acer, e presente in Aula Giulio Cesare: «Siamo favorevoli all’approvazione del Prg con l’impegno di tutti, però, a incontrarsi subito dopo per i necessari adeguamenti. Temiamo si possa mettere in piedi un sistema ingessato che rimanga fermo per i prossimi dieci anni».
Le parole di Morassut provocano, invece, una reazione ben più irritata negli esponenti del Polo. Comincia An chiedendo di sospendere la seduta, poiché, spiegano alcuni consiglieri «è già pronto il ricorso al Tar del Lazio per annullare la delibera di approvazione definitiva del Prg» in quanto non prevede il processo di acquisizione dei necessari e obbligatori pareri dei Consigli Municipali. «Fare le barricate in aula - accusano gli esponenti di via della Scrofa - con questa maggioranza che con un blitz vuole a tutti i costi calpestare il decentramento e la partecipazione dei cittadini per meri interessi di edilizia speculativa potrebbe risultare insufficiente, è necessario dunque che i consiglieri di opposizione si dimettano in blocco prima delle dimissioni del sindaco previste per il 14 febbraio in maniera tale da bloccare l’iter del Consiglio Comunale che non risulterebbe nel pieno dei suoi poteri». Anche Dino Gasperini dell’Udc incalza: «La forzatura fatta per approvare il Piano regolatore ha fatto sì che la pianificazione di Roma sia totalmente svincolata da quella provinciale e regionale. No all’approvazione del Prg in campagna elettorale, le regole si scrivono insieme e non in momenti come questi». E Michele Baldi di Forza Italia lancia il suo avvertimento a Veltroni: «Sappia il sindaco che un’eventuale approvazione del piano regolatore non sarà un punto di arrivo ma un punto di partenza per continuare la nostra battaglia. Non daremo tregua, se non saranno modificate situazioni che penalizzano i cittadini e che sono frutto solo di arroganza e di interessi particolari. Nessuno aveva chiesto al sindaco di scappare e di dimettersi».
È tardo pomeriggio e il dibattito è arrivato oramai alla massima tensione. Ed ecco la sorpresa de La Destra. Un gruppo di circa venti militanti del movimento di Francesco Storace entra in Aula srotolando un lungo striscione con la scritta «No al piano della vergogna». «Siamo qui per protestare - spiega il capogruppo di La Destra, Fabio Sabbatani Schiuma - contro l’ultimo spot del sindaco Veltroni, che, calpestando il Consiglio comunale, ratifica un’enorme speculazione edilizia sulla pelle della città». Gli fa eco il capogruppo in Provincia, Massimo Davenia: «In Provincia oggi è stato portato in aula il piano provinciale territoriale, che è soggetto al Prg. C’è quindi un accordo che sottende entrambi, non possiamo accettarlo». Il presidente dell’aula Giulio Cesare Mirko Coratti ha chiesto immediatamente l’intervento della polizia municipale, che ha provveduto a strappare lo striscione e a portare via i volantini dei militanti.
Oggi il secondo round. La discussione riprenderà questa mattina e andrà avanti fino a stasera.

Con l’opposizione che annuncia di combattere fino alla fine. Anche perché, tuona in serata il deputato di An Fabio Rampelli, si tratta di un Prg «subordinato agli interessi economici immobiliari» e questo va considerato.

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