Piatti regionali con le bollicine: l'abbinamento da veri chef

Sorseggiandolo in vacanza all'ora del tramonto assieme alla donna dei sogni. Ascoltando il silenzio del mare in un'amaca, all'ombra, con un bicchiere ghiacciato di Pommery Noir. Dopo aver giocato 18 buche su un campo da golf a due passi dall'oceano, con la brezza e l'aria salmastra che ti inebria quanto le note tostate e il profumo di fiori d'acacia delle tue bollicine preferite. O a cena con un piatto di paccheri di Gragnano o scampi siciliani appena scottati. Ideale anche abbinato al sigaro dal fumo denso e cremoso, così come con un Cohiba che sa di miele di eucalipto e caffè guatemalteco, pensando alla bellezza della vita. O per festeggiare un successo professionale. La maison di Reims apre un nuovo fronte: l'abbinamento con la cucina regionale italiana. Con il suo colore dorato, la purezza e la raffinatezza che le sono proprie da più di due secoli raccontano di un mondo di storia e di agrumi canditi, di note burrose e di tabacco, dal Rosé Apanage al Brut Royal, dal Cuveé Louise al Pommery Noir. Esaltato, a volte addirittura venerato dagli chef più rinomati. Ecco allora che Davide Oldani non riesce a fare a mano dell'Apanage Prestige e del Louise, mentre Luca Gardini lo propone in mille modi, per tutti i gusti, per gli intenditori o per i neofiti delle bollicine: Pommery Pop con il salame, Cuveè Louise Rosè con culatello di zibello, Brut Royal con il carpaccio di branzino, Apanage Rosè con la pizza margherita.

Roberta Schira, autentica fuoriclasse della letteratura gastronomica italiana lo abbina alla cucina del territorio, alle sue terre: «Pommery Demoiselle con i tortelli cremaschi, ripieni di amaretti dolci e salati, sa di paradiso così come con il pane e la mortadella».

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