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Piazza Affari ai massimi dal 2001 Per i gestori la corsa non è finita

Dall’1 gennaio più 4,75% grazie a bancari e assicurativi

Maddalena Camera

da Milano

Piazza Affari continua a crescere. Dal primo gennaio l’aumento è stato del 4,75%, un dato che sale al 16,8% se guardiamo a un anno fa. Il Mib è salito sopra i 37mila punti, a 37.401. Per chi ama le statistiche basta notare che questo livello è lo stesso del luglio 2001, quando la bolla speculativa non era ancora del tutto «esplosa» e l’attacco alle Torri Gemelle di Wall Street una trama da film di fantascienza. Certo allora il mercato era diverso. A trainare le Borse di tutto il mondo erano i titoli tecnologici e quelli legati al settore delle telecomunicazioni. Una cavalcata che sembrava inarrestabile con rapporti prezzo-utili da capogiro che avevano creato una classica situazione speculativa. Oggi invece a trainare il mercato sono stati soprattutto titoli finanziari come Capitalia e San Paolo Imi o assicurativi come Alleanza e Generali e la situazione non è ritenuta critica dagli esperti che anzi ritengono ci siano nuovi spazi di crescita entro la fine dell’anno.
«Il mercato è indubbiamente diverso - spiega Giulio Baresani Varini direttore investimenti di Novagest - anche se non c’è dubbio che qualche settore sia a rischio, dato che non si può ipotizzare una crescita di quasi il 5% in un mese o poco più. Sarebbe il 60% all’anno. Troppo davvero. Nonostante questo però credo che, a parte qualche correzione nel corso dell’anno che di solito si registra in primavera e in autunno, ci siano ancora possibilità. Inoltre il rapporto tra prezzo e utili è contenuto. I bancari, tranne alcuni che hanno corso molto sull’onda di speculazioni come la Popolare di Intra, quotano 12-13 volte gli utili, mentre i titoli che compongono l’indice Eurostock sono sotto i 14». Dello stesso avviso è anche Carlo Maria Mascheroni, amministratore delegato della società di Private Banking del gruppo Ras. «Agli occhi più attenti - spiega Mascheroni - non può sfuggire il fatto che la propensione all’investimento sul mercato azionario in Italia sia ancora piuttosto bassa. Eppure in questo momento i titoli azionari offrono le migliori possibilità se vengono comparati ai bassi rendimenti delle obbligazioni. Le società infatti rispetto a 10 o anche solo a 5 anni fa sono gestite in maniera più attenta, con un occhio di riguardo per la remunerazione degli azionisti e dunque la distribuzione di dividenti può essere anche molto interessante. Il mercato ha ancora spazio per crescere: non c’è infatti ancora speculazione. Anzi alcuni settori come quello farmaceutico o quello tecnologico sono addirittura rimasti indietro, rispetto a quello finanziario».


C’è però chi considera prevalenti le ragioni della cautela. Qualche giorno fa un commento del Financial Times invitava gli investitori alla prudenza ricordando come ci sia sul mercato molta liquidità che rischia di spingere troppo la crescita.

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