Di Pietro fa il boom e l’Idv festeggia: «È un voto storico»

Il partito dell’ex pm conquista 46 seggi tra Camera e Senato. Orlando: «Ci hanno premiato la questione etica e la battaglia contro i condannati nelle liste» Donadi: «Risultato straordinario»

da Roma

Se al loft le facce sono lunghe, a Montenero di Bisaccia (feudo di Antonio Di Pietro) stentano a trattenere l’entusiasmo. L’Italia dei Valori, infatti, raddoppia i consensi sia alla Camera sia al Senato.
Nel 2006, l’ex pm aveva preso il 2,3% a Montecitorio ed il 2,8% a Palazzo Madama. Ora è arrivato al 4,4% alla Camera e 4,2% al Senato. Un risultato che consente al ministro delle Infrastrutture di portare in Parlamento 46 persone: 15 al Senato, 31 alla Camera.
Tonino non parla. Resta chiuso a Curno, a casa sua in provincia di Bergamo. In compenso, Leoluca Orlando parla apertamente di «dato storico che contribuisce ad una nuova fase della politica italiana».
Secondo il portavoce nazionale dell’Idv, alla base del successo elettorale ci sono argomenti come «questione etica, costi della politica, lotta contro i condannati nelle liste, coerente opposizione contro ogni conflitto di interessi ed una strategia politica incentrata sul fare senza ideologie di sorta».
Ancora più esplicito Massimo Donadi, capogruppo Idv al Camera. «Se i dati saranno confermati, la nostra è un’affermazione straordinaria. Un risultato di importanza assoluta. Fra l’altro - aggiunge - superiamo la Sinistra Arcobaleno e questo la dice lunga. Comunque, l’Italia dei Valori - sottolinea - non sosterrà mai un governo con Berlusconi. Anche da questo punto di vista, siamo un’assicurazione: ci sarà una forza di governo ed una di opposizione».
E proprio il ruolo di Berlusconi, secondo una frettolosa analisi del voto, avrebbe finito per favorire Di Pietro. I «confronti» verbali, con annunci di querele reciproche fra il Cavaliere e l’ex pm, sarebbero stati una delle componenti che hanno portato Di Pietro a raddoppiare i consensi. Quei «confronti» avrebbero spinto elettori di sinistra, che tradizionalmente avrebbero votato per il Partito democratico, a scegliere Di Pietro. Con il risultato che il successo dell’Idv («siamo il partito che ha aumentato di più», sottolinea Donadi al Tg1) è stato ottenuto a danno del Pd.
E questo fenomeno si sarebbe riproposto anche nei confronti della Sinistra Arcobaleno. Di Pietro si è presentato, sia durante il governo Prodi sia in campagna elettorale, come un fiero oppositore della sinistra massimalista. Con il risultato che nella prossima legislatura la «falce e martello» scomparirà dal Parlamento, mentre l’Idv raddoppia la presenza.
Sarebbe stato limitato, invece - dicono nelle stanze di Di Pietro - «l’effetto Grillo» sul risultato elettorale. Tonino, infatti, era stato l’unico ministro in carica a sostenere le tesi dell’anti-Politica lanciata dal comico genovese.
Un collaboratore del ministro spiega infatti che «si sarebbe potuto parlare di effetto Grillo se il buon risultato elettorale si fosse manifestato soltanto alla Camera. Invece, i 18 senatori dell’Idv che entreranno a Palazzo Madama rappresentano il miglior premio alla linea politica di Di Pietro. Segno che la gente ha scelto l’Italia del Valori nel partito in cui può identificare le sue battaglie per ridurre il peso della casta».


E proprio questi argomenti (unito ad un forte lavoro sul territorio) sarebbero alla base del buon risultato elettorale. In parte anche insperato, vista l’euforia che ieri sera circolava all’interno dell’Italia dei Valori.

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