Da un po’ di tempo ho ripreso a bere. La cedrata...

Da un po' di tempo non bevo più sevenap e neppure sprait. Bevo gazzosa. Non è frutto di un rigurgito autarchico bensì della voglia di ricordare sapori sopiti. Riassaggiando, dopo giorni, le due bibite a stelle e strisce ho realizzato che, sì, la gazzosa è proprio buona. Nulla a che vedere con le due famose sorelle americane se non colore e bollicine. Buone anche loro, ci mancherebbe, ma di un buono diverso.
Il tema mi ha preso la mano. Passare dalla gazzosa all'acqua brillante, non la sciueps, è stato un attimo; e così dalla brillante alla cedrata; e dalla cedrata alla spuma. Già, la spuma. Un mito. Purtroppo non è più la spuma da 100, nel senso di lire, che si ordinava al bar dell'oratorio tanti anni fa. Costa un po' di più, però il gusto è buono uguale. E ancora, in un crescendo rossiniano: passare dalle bibite vintage alle caramelle vintage è stato un battito. Che dire di quelle al rabarbaro e all'orzo che il farmacista dava come resto? E delle ginevrine di zucchero? Che meraviglia. E di quelle a forma di frutta con la scorza croccante? E poi, magari abbandonando i dolci: la frizzina per regalarci bollicine nell'acqua del rubinetto? Vogliamo parlarne? Basterebbe assaggiarla per digerire e tornare indietro nel tempo, alle carezze ricevute da mamma e papà all'ora di cena.
Per me è tutto cibo vintage, ovvero un modo di nutrirsi che affianca alla dieta quotidiana sapori che stimolano vecchi ricordi, che ridanno vigore a sensazioni quasi dimenticate. Qualcuno parla elegantemente di «emotional eating», il cibo delle emozioni. Per gli inglesi, alle prese con la riscoperta di certi dolci che più che dolci sono delle armi di distruzione di massa ad alto tasso glicemico, è più sinteticamente retrò-food. Per molti critici, solo un inno alimentare all'infantilismo.
Sarà. Di certo c'è che gli esperti di marketing hanno capito prima di altri che certi alimenti, di cui sono da anni cessate produzione e distribuzione, pur non avendo più un posto sugli scaffali dei supermarket l'avevano e l'hanno però ben saldo e spolverato nella memoria dei consumatori. Non solo. Hanno compreso che soprattutto in momenti di insicurezza sociale, di recessione, di difficoltà economiche, la gente tende a rifugiarsi in stili alimentari che le ricordano i tempi passati quando le beghe c'erano come oggi ma gliele risolvevano altri.

Fatto sta, l'altro giorno ho trovato nella cassetta della posta il volantino di una nota catena di discount alimentari. Titolo dell'offerta: «Un tuffo nel passato... per i nostalgici dei vecchi tempi». C'era la cedrata, non c'era la spuma. Devono attrezzarsi.

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