Poli Per difendersi dalle rapine a casa gli abitanti fanno le ronde notturne

Una cittadina sotto assedio della piccola criminalità si difende organizzando le ronde notturne di cittadini. Da due settimane Poli, un comune di duemila abitanti alle porte di Roma, tra Tivoli e Palestrina, è sotto la minaccia di due bande di ladri d’appartamento. Un primo gruppo composto da professionisti, il secondo invece formato da nomadi, due uomini e una donna di corporatura robusta, semicalvo uno dei due uomini, col codino la donna. Tutti di origine romena e di etnia rom. Il primo gruppo si è reso protagonista di un furto perpetrato nella parte più periferica della cittadina. I ladri si sono introdotti nell’abitazione usando gas soporifero, dopo aver neutralizzato sette cani di guardia alla casa. La refurtiva ammonta a qualche migliaio di euro tra banconote, oro e un’autovettura, subito ritrovata grazie al lavoro investigativo degli uomini della locale caserma dei carabinieri diretti dal maresciallo Mario Mocerino. Qualche giorno dopo una seconda banda è entrata in azione, interessando questa volta tutto il territorio di Poli. La tecnica messa a punto è sempre la stessa. La banda compie sopralluoghi nell’area designata, identificando alcuni obiettivi. Circoscritta la zona, s’intrufola nelle case, colpendo grosso modo tra la mezzanotte e le tre del mattino. In blitz notturni, sempre più audaci, riescono a visitare anche cinque, sei appartamenti, incuranti della presenza dei padroni di casa. Quindi saccheggiano gli alloggi, arraffano soprattutto denaro, piccoli oggetti di valore e compiono atti vandalici se il bottino non li soddisfa. A oggi, sono almeno una ventina le abitazioni visitate. Durante una di queste sortite in piena notte, sono stati scoperti da una donna. Piuttosto che darsi alla fuga, la donna ha raccontato di essere stata insultata e minacciata, con la promessa di rifarsi vivi e di portare a termine il lavoro. Un paio d’anni fa si erano registrati episodi analoghi, «ma non con questa frequenza, spregiudicatezza e cattiveria» s’indigna la gente. «Siamo esasperati - confessa Arnaldo Doddi, vittima di una di queste incursioni notturne -. Ci siamo organizzati con molte ronde, composte da gruppi di almeno due persone. Ogni ronda, se a piedi, è dislocata a 300-400 metri l’una dall’altra. Preferibilmente ci spostiamo in macchina e ci teniamo in contatto con i cellulari o le ricetrasmittenti». Per ora le ronde sono disarmate, ma c’è da tener presente che a Poli ci sono molti cacciatori di cinghiali e quindi i fucili abbondano.
Il fenomeno comincia a preoccupare i carabinieri che hanno intensificato i controlli. Sono stati predisposti posti di blocco, sorveglianza notturna in borghese delle strade cittadine da parte dei militari, alcuni richiamati in servizio dalle ferie. Sono coadiuvati in questo sforzo dai colleghi della compagnia di Palestrina. Ma intanto i furti continuano e la locale stazione dell’Arma è tempestata di chiamate.

L’ipotesi che si fa strada tra gli inquirenti è quella di un gruppetto di zingari che si muovono a piedi, nascosti in uno dei molti casolari disseminati nelle campagne di Poli. Forse ospiti, magari a sua insaputa, di qualcuno dei circa 400 rumeni che vivono stabilmente nella zona.

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