La politica benedice il «nuovo nato» Ma Bossi adesso vuole la sua, di capitale

Come sempre Lega di lotta e di governo. Se quella di governo benedice il decreto su Roma capitale, che di fatto assegna più poteri e maggiore autonomia alla nuova Assemblea capitolina, quella di lotta rivendica una capitale anche al Nord. Il tutto è concentrato in Bossi. È lui che formalmente propone il decreto insieme ai colleghi Tremonti, Calderoli, Fitto e Ronchi in consiglio dei ministri; ed è lui che subito dopo fa una battuta-frecciata che, al solito, scatena le polemiche: «Ora ci vuole quella del Nord». E ancora: «Lo abbiamo votato solo perché il sindaco Alemanno è venuto piangendo». Una boutade, certo. Cui non possono mancare le repliche piccate con diverse sfumature: «Sarebbe straordinario un Paese con due capitali. Un unicum che accrescerebbe, diciamo così, l’originalità anche internazionale dell’Italia...», è il commento sarcastico del finiano Briguglio; «La Padania non esiste e quella di Bossi è storia e geografia creativa», è quello acido di Granata; «Le capitali al Nord ci sono già, sono i capoluoghi di Regione. E naturalmente Milano, che dagli anni Sessanta chiamiamo capitale economica e morale d’Italia. Ma la capitale politica, il simbolo dell’unità nazionale è Roma», è quello lucido di La Russa; «Comprendiamo l’umorismo di Bossi, ma vorrei ricordare all’amico Umberto che, come sancisce la Costituzione, la capitale d’Italia è una» è quello didattico di Ronchi; «Battuta poco elegante», è il commento tranchant della Meloni; «Bossi vuole la Capitale al Nord? Non ha che l’imbarazzo della scelta: Roma Balduina, Roma Aurelio, Roma Montemario, Roma Cassia...», quello divertito del senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo.
Al di là delle battute, il più raggiante ieri era proprio il sindaco di Roma, Alemanno. Il quale ha pure raccontato il clima nel quale il decreto è stato approvato: «Alla fine della votazione da parte del Consiglio dei ministri il presidente Berlusconi mi ha fatto entrare. Gianni Letta allora scherzando mi ha detto che ministri della Lega avevano votato contro, poi mi ha rivelato che invece sul decreto c’era stata unanimità. Io ho ringraziato tutti e ho abbracciato il ministro Calderoli, perché è stato determinante in questo processo».

Raggiante anche Anna Maria Bernini, relatrice del provvedimento: «Un passo importantissimo del percorso di collaborazione. Questo è lo spirito giusto per predisporre il successivo decreto sui poteri e le funzioni della nuova amministrazione».

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