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Meloni gela i gufi sul Pnrr. Poi la stoccata a Schlein sulle amicizie sbagliate

Sul Piano nazionale di ripresa e di resilienza, la cui discussione procede senza interruzioni nel Consiglio europeo, il presidente del consiglio ha le idee chiare. La frecciata al segretario dem

Meloni gela i gufi sul Pnrr. Poi la stoccata a Schlein sulle amicizie sbagliate

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L’Italia ha un ruolo chiave nel Consiglio europeo, risultato dell’attivismo del premier Giorgia Meloni, in prima linea su tematiche importanti e complesse quali l’immigrazione, il Mes e i finanziamenti del Pnrr. In una lunga intervista al Corriere della Sera, il presidente del consiglio ha commentato l’ultima riunione che si è tenuta a Bruxelles mostrando forte ottimismo sulle decisioni che verranno assunte dalle nazioni dell’Unione europea. Nonostante siano palesi le divergenze sui migranti, Giorgia Meloni ha accolto con estremo favore la decisione del Consiglio, su proposta italiana, di lottare contro il traffico di esseri umani e di ostacolare l’immigrazione irregolare dai luoghi dove partono i flussi di persone.

La politica sui migranti

“Siamo riusciti a far comprendere a tutti i nostri partner – ha dichiarato il premierche non aveva senso continuare a litigare tra Paesi di primo approdo e Paesi di destinazione su chi dovesse avere la responsabilità di gestire il fenomeno e che l’unico modo era lavorare insieme sui confini esterni, soprattutto attraverso una cooperazione paritaria con i Paesi africani”. La prova del cambio di rotta sull’immigrazione è la decisione di investire ben 15 miliardi di euro nel nuovo bilancio pluriennale proprio su questa tematica. Le convergenze vanno ancora affinate, ma si stratta di un primo passo importante che vede l’Italia protagonista. D’altronde, Paesi come Polonia e Ungheria continuano a difendere i loro interessi nazionali.

Gli assetti politici

Per cambiare gli indirizzi politici dell’Unione europea è necessario che ci sia maggiore coesione tra le forze politiche. Di questo il premier Meloni ne è consapevole e spinge in direzione di nuovi equilibri. “Di certo – ha spiegato – cresce la consapevolezza che l’accordo innaturale tra popolari e socialisti non sia più adeguato alle sfide che l’Europa sta affrontando. Da qui al 9 giugno 2024 ci saranno elezioni nazionali importanti. In Spagna, dove si vota a luglio, è possibile un governo di centrodestra con popolari e conservatori, dopo che in Italia, Svezia e Finlandia si sono imposti governi di centrodestra. Intanto a Bruxelles sui singoli provvedimenti si creano alleanze allargate alternative alla sinistra. È una fase stimolante, i conservatori e l’Italia possono giocare un ruolo centrale”.

Il futuro del Pnrr

Sul Piano nazionale di ripresa e di resilienza, la cui discussione procede senza interruzioni nel Consiglio europeo, il presidente del consiglio ha le idee chiare. L’obiettivo è zittire i gufi. “La dobbiamo smettere – ha evidenziato – di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d’Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo”. Giorgia Meloni, in maniera velata, ha più volte criticato l’operato dei suoi predecessori e continua a farlo. “Senza polemica – ha commentato – non posso fare a meno di notare che se il lavoro certosino che stiamo facendo adesso, senza alcuna tensione con la Commissione, fosse stato fatto a monte quando i progetti sono stati presentati, avremmo potuto risparmiare molto tempo. Poco male, siamo comunque vicinissimi all’obiettivo”.

I ritardi sul Mes

Nessun problema neppure per ciò che riguarda il rinvio del voto sul Mes che si svolgerà tra quattro mesi. “Ritengo contrario all’interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes – ha specificato il premier – mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell’Unione bancaria. Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata è perché questi strumenti vanno visti insieme”.

La politica interna

Meloni ha risposto anche ai temi più strettamente di politica interna. Nessuna preoccupazione per il chiarimento di Daniela Santanché in Parlamento.“Ha deciso di riferire in Aula per spiegare al meglio la sua posizione. Una scelta di trasparenza e serietà – ha sottolineato il premier – che non era scontata e dimostra la sua buonafede”. Infine, un passaggio sul salario minimo. “Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge – ha concluso – e l’approccio del governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa”.

Meloni gela Schlein sulle amicizie sbagliate

Il premier ne ha anche per il segretario del Pd Elly Schlein. "Sulle 'amicizie sbagliate' a livello internazionale - ha puntualizzato Giorgia Meloni - mi permetta di non infierire su chi ancora oggi è reticente nel condannare regimi come quelli di Cuba e Venezuela. Chi è in buona fede può constatare quanto l'Italia oggi sia centrale e rispettata nei consessi internazionali.

Con buona pace delle cassandre, che speravano nell'isolamento".

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