«Dalla politica maggiori sforzi per lo sviluppo del Paese E si dia più peso ai cittadini»

Il momento è difficile. I rimedi possibili sono diversi e hanno tutti un obiettivo: quello di far uscire il Paese dalla crisi. È pur vero che anche all’estero le cose non vanno generalmente bene e, anzi, in molti Paesi le cose vanno ancora peggio. Definire di aperta crisi la situazione sarebbe esagerato: non c’è dubbio, però, che ci troviamo dinanzi a un momento difficile e addirittura pericoloso. Qual è l’aspetto peggiore del momento? A nostro giudizio si tratta del rapporto tra mondo politico e cittadini: diciamo questa cosa senza voler criticare Silvio Berlusconi o esponenti della maggioranza o dell’opposizione. Quale può essere lo strumento per avviare una ripresa seria ed efficace?
Unire le forze nell’intento di potenziare gli strumenti, umani e giuridici, capaci di consentire una piena ripresa delle attività singole ovvero complessive ottenendo, come auspicata conseguenza, la crescita e lo sviluppo del corpo sociale nel suo complesso. C’è, ovviamente, da chiederci quale potrebbe essere lo strumento, valido e capace, di condurre a risultati costruttivi, funzionali, relativamente al complesso dei problemi che condizionano la società non solo per quanto riguarda l’aspetto meramente economico.
Il risultato del nostro approfondimento ci porta a dire che gli unici strumenti significativi e utili - oggi mancanti - sono o potrebbero essere le forze politiche espressione delle diverse aree. Ma per fare questo i partiti andrebbero rinnovati, al di là dei personalismi. Dovremmo sviluppare un’azione volta a far rivivere (starei per dire risuscitare) i partiti che però non possono essere espressione di se stessi o del passato: occorre attivare movimenti, anzi una serie di espressioni, prima di tutto culturali, ma anche capaci di comportare effetti pratici sufficientemente legati ai problemi individuali e collettivi. Il tutto con rispetto nei confronti della cultura, ma prima ancora dei diritti individuali che possono essere espressione delle necessità dei soggetti singoli, ma anche delle esigenze (non solo economiche) delle famiglie, dell’economia locale, dell’economia generalizzata, dei bisogni dei giovani e degli anziani, delle donne particolarmente, del mondo del lavoro, della scienza, della cultura.

Com’è già avvenuto nel passato un’influenza sarà consentita: creare condizioni particolari per i più poveri augurandoci che emergano criteri più idonei, rispetto al passato, a riconoscere i diritti dei più deboli.
*Direttore di «Dossier»

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