All'ultimo preferisce evitare la comparsata tv: meglio non sovraesporsi

RomaLa nuova esplosione dello scandalo Roma Capitale. La pressione mediatica sempre più forte. I venti contrastanti che soffiano all'interno del partito sull'ipotesi commissariamento, tra arroccamenti, difese d'ufficio e inviti ad affrontare la realtà. La direzione di lunedì, da molti interpretata, come il momento della resa dei conti con la sinistra Pd: un appuntamento fissato per le 21, così da diluire l'attenzione giornalistica sul dibattito e sulle repliche. Senza dimenticare la faida sugli «impresentabili».

È un cocktail avvelenato e impazzito quello che convince Matteo Renzi a rinunciare all'annunciata partecipazione all'ultima puntata di Amici . Sono fonti interne al Pd a far trapelare nel pomeriggio che il premier nello show di punta di Canale 5 non ci sarà. Dopo le voci insistenti circolate in settimana su una possibile comparsata, ieri la decisione finale. Un vero e proprio giallo visto che la stessa Maria De Filippi in conferenza stampa aveva tenuta aperta la porta: «Non so se ci sarà e non dico una bugia».

Le ragioni del «no» probabilmente sono legate alla necessità di non sovraesporsi in un momento così delicato. Una questione di opportunità, insomma, tanto più che risultava evidente il rischio di dover fronteggiare le domande di un altro ospite dello show, Roberto Saviano, particolarmente duro nelle ultime settimane sulla questione «impresentabili». In queste ore, però, è «Mafia Capitale» che fa tremare polsi e certezze a Via del Nazareno. La presa di posizione del premier è semplice: «È giusto che chi ha violato la regole del gioco paghi tutto, fino all'ultimo giorno e fino all'ultimo centesimo». Un modo per far ricadere le responsabilità su coloro che sono stati tirati in ballo dall'inchiesta, senza allargare il perimetro delle responsabilità. Di certo dopo mesi in cui l'ombra della scandalo continuava ad aleggiare, l'ondata di arresti ha nuovamente scosso le fondamenta del Pd romano. In particolare l'arresto dell'ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo, finora solo indagato, causa grave imbarazzo al partito e alla giunta.

Il dubbio è palpabile: vale la pena difendere ancora il sindaco e la sua squadra oppure si rischia un logoramento lungo mesi, con esiti elettorali potenzialmente devastanti? Anche nella squadra renziana le opinioni non sarebbero univoche. Molti, infatti, temono il boomerang dell'arroccamento su di un sindaco che, oltretutto, certo non gode di ampi consensi tra i romani. Inoltre secondo alcune voci non tenere conto della pervasività della corruzione e delle sue ramificazioni rischia di diventare un formidabile assist verso i grillini che pescano i loro voti soprattutto nel bacino democratico. Patrizia Prestipino, membro della direzione nazionale, chiede a Renzi di azzerare tutto. E anche Ileana Argentin, cuperliana, invoca «il passo indietro».

L'idea di fondo, però, è che andare a votare in questa situazione, oltretutto senza il traino delle Politiche, potrebbe trasformarsi in una clamorosa debacle per il Pd. E allora meglio cedere alla realpolitik e sposare la resistenza a oltranza.

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