Il centrodestra torna unito sulla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, proprio come fu lo scorso anno per l'allora collega Danilo Toninelli. L'accordo è arrivato nella mattinata di ieri, dopo una notte di trattative e dopo che Forza Italia ha visto accolte alcune modifiche al testo. Il partito di Silvio Berlusconi ha firmato, nella persona della capogruppo a Palazzo Madama, Anna Maria Bernini, nonostante la linea forzista di solito non sia propensa alla sfiducia a un singolo ministro. Ma il caso di Bonafede ha irritato anche il Cavaliere, molto attento da sempre al tema della giustizia, peraltro cavallo di battaglia di Forza Italia.
Il Guardasigilli, d'altronde, ha violato troppi diritti di libertà, avrebbe rimarcato Berlusconi, che così dimostra anche la compattezza del centrodestra, smentendo le voci insistenti di volersi allontanare dagli alleati sovranisti.
«Per noi - ha detto la Bernini - è l'eccezione che conferma la regola, ma non potevamo tirarci indietro di fronte alla politica giudiziaria di un ministro che in due anni ha travolto tutti gli argini costituzionali in tema di giustizia».
La mozione di sfiducia è stata presentata ieri. «La marcia indietro sulle scarcerazioni - spiega la responsabile Giustizia della Lega, Giulia Bongiorno - è solo l'ennesima dimostrazione della inadeguatezza di Bonafede. Il ministro non ha mai affrontato le problematiche del sistema penitenziario. Oltre che inadeguato è un ministro assente». Il leader del partito del Carroccio, Matteo Salvini, ha precisato: «Ce l'hanno chiesto in tantissimi, dagli avvocati alle vittime di mafia e quindi l'intero centrodestra ha fatto questo atto di responsabilità». Giorgia Meloni ha spiegato perché anche Fratelli d'Italia ha firmato la mozione: «L'Italia - ha detto - non può permettersi di tenere in carica un ministro che con le sue scelte scellerate ha consentito la scarcerazione di mafiosi, boss compresi, vanificando il lavoro di migliaia di servitori dello Stato e umiliando le famiglie delle vittime della mafia».
Peraltro, sul tavolo del Guardasigilli c'è una nuova lista di mafiosi che chiedono la scarcerazione. Si tratta di 456 boss, molti nelle sezioni dell'Alta sicurezza. È da chiedersi in base a quale principio giuridico il ministro possa pensare che, una volta scarcerati per motivi di salute, possano tornare in galera, visto che ciò non è previsto se non in caso di violazione dei domiciliari. A difesa di Bonafede è intervenuto il Movimento 5 stelle: «I partiti del centrodestra vogliono sfiduciarlo perché è un ministro scomodo. Scomodo per tutto quello che ha fatto in due anni di governo e per quello che rappresenta». Concetto ripreso dal capo politico del Movimento, Vito Crimi, che ha elencato le presunte qualità del collega. L'altro ieri in commissione Antimafia si è quasi arrivati alla baruffa. «Bonafede - spiega l'onorevole Gianni Tonelli (Lega) - si deve dimettere perché ha la responsabilità politica della scarcerazione di 400 delinquenti. Il tentativo di Pd e 5 stelle di trovare una falla all'interno dell'impianto normativo è patetica.
Perché il ministro non è ancora venuto in commissione Antimafia a riferire?». Il tutto mentre nel plenum del Csm di mercoledì Piercamillo Davigo ha preannunciato l'isolamento di Nino Di Matteo, lasciato solo dai colleghi ma non da chi ora chiede che Bonafede sia sfiduciato.
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