Un altro conflitto con Parigi: Toninelli ricongela la Tav

I francesi: "Nel 2018 più traffico su gomma, opera utile". Il premier se ne lava le mani: "Io agnostico, valuterò"

Un altro conflitto con Parigi: Toninelli ricongela la Tav

Sempre più al centro della bufera. Il ministro per le infrastrutture, Danilo Toninelli, non riesce a uscire da un angolo dove, a dir la verità, è arrivato sulle sue gambe. La notizia che ha scatenato un nuovo vortice di polemiche è la decisione, presa dal ministro, di congelare la Tav Lione-Torino. La Francia, insomma, per il ministro pentastellato, viene mantenuta a debita distanza. E, dopo le provocazioni del vicepremier Di Maio sui gilet gialli, questo secondo schiaffo renderà ancor più complessi i rapporti con i cugini transalpini. Soprattutto dopo che il comitato francese che sostiene la Tav ha pubblicato i dati sul traffico su gomma attraverso i valichi del Frejus e del Bianco. «Il boom del traffico dei mezzi pesanti tra la Francia e l'Italia, - spiega una nota del Comité pour la Transalpine Lyon-Turin - conferma l'assoluta necessità di questa infrastruttura: l'unica soluzione credibile per spostare in modo massiccio e durevole i tir dalla strada alla rotaia sul corridoio mediterraneo che collega la penisola iberica all'Europa centrale». Bastano pochi numeri, al Comitato per avvalorare la tesi: nel 2018 il tunnel stradale del Frejus ha registrato il passaggio di 786.285 camion (+ 7,2%) mentre in quello del Monte Bianco l'aumento è del 4,4% con 648.810 mezzi. In attesa che la squadra di esperti arruolati per decidere sul rapporto costi-benefici dell'opera emetta il suo verdetto, il premier Conte si dichiara «agnostico» sul destino dell'opera mentre Toninelli congela il cantiere che, dice, costerebbe circa 20 miliardi di euro. E, tra le grandi opere, solo il Terzo valico Genova-Milano ha ottenuto lo sblocco dei finanziamenti lo scorso 17 dicembre, come rivelava Milena Gabanelli nella sua Data Room dedicata alle opere pubbliche. Per le altre opere i finanziamenti sono stati congelati. Toninelli ieri si è affrettato a smentire. Almeno alcuni cantieri, dice, non si possono fermare. E fa l'esempio del traforo del Brennero per il quale, però, non ha soltanto parole di elogio: «Se il Movimento Cinquestelle fosse stato al governo qualche anno fa non avremmo fatto il tunnel ferroviario del Brennero, un'opera che costa 8,4 miliardi solo per la galleria di base. È un'opera che non è stata condivisa con il territorio e che poteva essere molto migliore e molto meno cara per le casse dello Stato». Le cifre snocciolate da Toninelli sulla Lione-Torino vengono però contestate da tutti. E portavoce del dissenso è il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. «Non so da quale esperto gli siano state fornite le cifre - dice -, ma i costi cui fa riferimento il ministro sono quelli precedenti all'accordo internazionale del 2012, che ha di fatto dimezzato i costi dell'opera. Che per l'Italia sono di circa 4,6 miliardi, di cui 2,885 miliardi per la tratta internazionale e 1,7 per quella nazionale, senza tener conto della disponibilità della Ue ad aumentare la sua quota di compartecipazione». Il settore delle infrastrutture, almeno secondo quanto emerge dall'analisi della Gabanelli, rischia di precipitare in una crisi difficile da gestire. Sarebbero oltre 21 i miliardi «bloccati» con oltre 400mila posti di lavoro a rischio.

Intanto sabato Torino farà nuovamente da cornice per una manifestazione pro-Tav. I sindacati di categoria degli edili di Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato per ultimi la loro adesione dopo i partiti (Fi e Pd)e i rappresentanti del sistema delle imprese, del lavoro e delle professioni.

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