Un altro euroschiaffo a Salvini e all'Italia «Populisti pericolosi»

L'attacco dello slovacco Sefcovic, candidato al post-Juncker. Il ministro: chiedete scusa

Un nuovo candidato (anzi, Spitzenkandidat, alla tedesca, come usa a Bruxelles) dei socialisti europei per il vertice della Commissione, e - come se ormai fosse un automatismo - un nuovo attacco ad alzo zero contro il pericolo populista sempre più personificato da Matteo Salvini.

Dopo lo scontro verbale del vicepremier leghista italiano con il ministro lussemburghese Jean Asselborn a Vienna, culminato nell'ormai celebre «merde alors» e seguito nei giorni successivi da una velenosa coda polemica a base di anatemi vari e accuse di «fascismo anni Trenta», e dopo la denuncia dell'altro probabile Spitzenkandidat socialista Pierre Moscovici sull'esistenza in Europa di «tanti piccoli Mussolini», è la volta dello slovacco Maros Sefcovic a prender di mira il detestato uomo-simbolo del sovranismo.

La Slovacchia è uno dei Paesi del «gruppo di Visegrad» - il blocco sovranista dell'Europa centro-orientale - ma per ragioni storiche locali vi viene mal sopportato il nazionalismo ungherese del vicino di casa Viktor Orbàn. Figurarsi come può essere digerito dalla sinistra a Bratislava l'emergere a livello europeo di un Salvini che di Orbàn si proclama ammiratore e alleato. Così il socialista Sefcovic, nell'annunciare di essere in corsa per diventare il candidato ufficiale del Pse per la poltrona che in primavera verrà lasciata vacante dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, non ha mancato di mettere in chiaro (molto in chiaro) che i populisti-sovranisti, e non i tradizionali rivali popolari che potrebbero essere rappresentati dal tedesco Manfred Weber, saranno il vero nemico da battere alle elezioni europee del prossimo maggio.

I temi sono ben noti. I «minacciosi» populisti seminano «false promesse», «sfruttano la paura della gente» e «usano in modo improprio il concetto di patriottismo, alimentando le divisioni e spesso giocando con il fuoco, impazienti come sono di distruggere la cooperazione europea e il sogno europeo». Le «soluzioni semplicistiche costruite su visioni populiste, xenofobe ed anti-europee» erano fino a poco tempo fa, secondo lo slovacco Sefcovic, una triste esclusiva di Paesi come l'Ungheria o la Polonia, ma ora anche l'Italia vi si è accodata, ed è tempo di «liberarci dal filo spinato nelle nostre menti» per ristabilire «il legame con i nostri elettori e la loro fiducia nelle istituzioni democratiche».

La replica di Salvini, come prevedibile, non si è fatta attendere a lungo. Il leader leghista ha attaccato direttamente Sefcovic, che è un diplomatico di carriera, definendolo «euroburocrate», e denunciando «l'ennesimo attacco dell'Europa all'Italia, alla Lega e al governo».

«In Europa non hanno altro di meglio da fare che attaccare la Lega e l'Italia tutti i giorni? Queste persone - ha scritto Salvini su Twitter - adesso si interessano a noi, ma per anni gli euroburocrati hanno ignorato le richieste di aiuto del nostro Paese per fermare gli sbarchi e ci hanno rifilato 700mila immigrati. Farebbero meglio a chiedere scusa e a tacere».

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