Sarzana (La Spezia) - È giallo sulla morte di un noto architetto di Sarzana, in provincia della Spezia, trovato sul ciglio della strada, a due metri di distanza dalla sua vettura, con la testa fracassata.
Giuseppe Stefano Di Negro, 50 anni compiuti nel mese di agosto, sposato e padre di una bambina di dieci anni, era ancora vivo quando due ragazzi lo hanno visto, accasciato in un lago di sangue, a pochi passi dall'argine del torrente Calcandola, in via Aldo Moro, nel quartiere Trinità. Immediatamente hanno chiamato i soccorsi ma quando il 118 è arrivato, per l'uomo non c'era più nulla da fare e il medico non ha potuto fare altro che costatarne il decesso.
La Squadra mobile della questura della Spezia che sta indagando sull'omicidio non tralascia alcuna pista ma ha escluso che ad uccidere Di Negro sia stato un malore o tanto meno un incidente automobilistico. L'indagine tende quindi a prediligere la pista dell'omicidio e, per trovare il responsabile, gli investigatori stanno scandagliando la vita privata e professionale del noto architetto, per cercare di capire se qualcuno poteva avercela così tanto con lui, da arrivare a ucciderlo. Di certo non sarà facile scoprire chi e soprattutto perché qualcuno può aver deciso di uccidere un uomo incensurato, dalla vita almeno apparentemente tranquilla e senza ombre. Di Negro era molto conosciuto per la sua professione di architetto, in tutta la provincia della Spezia e anche nella vicina Lunigiana. Aveva un padre noto in ambito medico e due fratelli di cui uno avvocato. Laureato al Politecnico di Milano nel 1997 con una tesi sul restauro, era professionista da 19 anni, durante i quali ha redatto progetti nel settore sia pubblico che privato. Per esempio aveva collaborato al progetto di restauro e risanamento del palazzo delle poste di piazza Verdi alla Spezia e progettato alcune delle strutture del mercato ortofrutticolo di Pallodola. Non si esclude che proprio in ambito lavorativo possa nascondersi il movente.
Secondo i primi accertamenti eseguiti dal medico legale, che ha effettuato un'ispezione esterna del cadavere sul posto, l'uomo avrebbe subito alcuni colpi al volto e alla testa, uno dei quali particolarmente profondo, che potrebbero essere stati inferti con un corpo contundente. È probabile che Di Negro sia stato colpito e ammazzato sul ciglio della strada, visto che nell'abitacolo della sua auto, la polizia Scientifica non ha trovato tracce di sangue. Identificare il corpo è stato facile per i poliziotti, dato che l'uomo aveva in tasca documenti e portafoglio, il che esclude anche l'ipotesi di un omicidio a seguito di una rapina.
L'uomo stava tornando a casa, dopo essere stato dai genitori, che vivono poco distante dal luogo in cui è stato ritrovato il suo corpo. Il quartiere Trinità è una zona tranquilla, frequentata di giorno da chi pratica jogging o va in bicicletta, molto meno trafficata la sera e nessuno sembra aver visto o sentito nulla. Lungo il tragitto non ci sono neppure telecamere che avrebbero potuto essere utili per ricostruire gli ultimi istanti di vita. «Non sappiamo proprio cosa possa essere accaduto - spiega Francesco, uno dei fratelli della vittima -. Stefano era un uomo tranquillo, stimato e ben voluto da tutti. Per quello che ne sappiamo noi, non aveva nemici.
Gli ultimi a vederlo vivo sono stati i miei genitori: era andato a casa loro a cercare delle stampe. Poi è uscito e cosa sia accaduto durante il tragitto non possiamo saperlo. Un omicidio che a noi pare assurdo e inspiegabile».
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