Leggi il settimanale

Arriva la direttiva anti Ong: chiuse le acque territoriali

Nave italiana verso Lampedusa dopo un salvataggio in Libia. La reazione del Viminale: stop azioni illegali

Arriva la direttiva anti Ong: chiuse le acque territoriali

Si torna a parlare di sbarchi. È infatti atteso nelle prossime ore l'arrivo della Mare Jonio, una nave salpata nei giorni scorsi dal porto di Palermo per la missione Mediterranea. Questa nave punta a raggiungere Lampedusa con un carico di 49 migranti (tra cui 12 minori) soccorsi alla deriva su un gommone a nord delle coste libiche. In un tweet lanciato ieri sera dalla nave, gli attivisti hanno anche segnalato l'arrivo sul posto di una motovedetta della Guardia costiera libica, a operazioni di salvataggio già concluse. La nave batte bandiera italiana ed è il fulcro di un progetto promosso da diverse associazioni, ong e parlamentari italiani di sinistra per «svolgere attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione» in cui si trovano i migranti che «in assenza di soccorsi» tentano di raggiungere le coste italiane dalla Libia. «Ci stiamo dirigendo verso il nostro Paese, perché battiamo bandiera italiana - annunciava dalla nave Luca Casarin -. Andiamo verso nord per dare un porto sicuro a questi naufraghi, come dice la nostra legge, e come dice anche l'umanità». Immediata via Twitter la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «I porti erano e rimangono chiusi».

Il nuovo scontro Viminale-Ong, alla vigilia del voto d'aula su Salvini e il caso Diciotti, arriva nel giorno in cui proprio il Viminale emana una direttiva che di fatto blinda le acque territoriali italiane, impedendo l'approdo di immigrati «illegali». Il testo della direttiva è stato reso noto in serata. «La Convenzione delle Nazioni unite sul Diritto del mare - ricorda - prevede che la sovranità dello Stato costiero e il potere giurisdizionale in esso racchiuso si estendono alle acque territoriali, e che la sovranità dello Stato costiero sul suo mare territoriale implica, i promo luogo, un potere generale di regolamentare l'accesso degli stranieri: in concreto, ciò si traduce in un potere generale di regolamentare e di escludere l'accesso di navi alle acque comprese fra la linea della costa e il limite delle 12 miglia marine». Nel dettaglio vengono elencati i casi in cui i porti italiani non possono essere considerati «place of safety», e tra questi c'è il salvataggio in acque libiche. Per la direttiva un simile modus operandi costituisce «una attività di soccorso svolta con modalità impriorie e quindi pregiudizievole per il buon ordine e la sicurezza dello stato costiero in quanto finalizzata all'ingresso di persone in violazione delle leggi vigenti inmateria di immigrazione. «Qualsiasi comportamento difforme - spiegano al Viminale - potrà essere letto come un'azione premeditata per trasportare nel nostro Paese immigrati clandestini e favorire in questo modo il traffico di esseri umani». Immediata la replica del segretario di Sinistra italiana. «L'unica cosa illegale e immorale - tuona Nicola Fratoianni - è lasciare che le persone muoiano o vengano ricondotte nei lager libici da cui scappano».

Quello tra Salvini e gli «sponsor» della

Mare Jonio è anche uno scontro politico. E non è un caso che la nave, salpata soltanto tre giorni fa dalla Sicilia, ha avuto in dono dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, paladino dei migranti, la bandiera della città.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica