AstraZeneca ai 65enni. I medici sulle barricate: "Non lo vogliamo"

L'ok dell'Oms non convince i camici bianchi. Gimbe: contagi in calo del 64% tra i sanitari

AstraZeneca ai 65enni. I medici sulle barricate: "Non lo vogliamo"

L'Oms ha detto chiaramente che il vaccino AstraZeneca può essere somministrato dai 18 anni in su, senza limiti di età. E quindi lo possono ricevere senza controindicazioni anche gli over 65. Ma la presa di posizione non rassicura, né placa le polemiche e i dubbi su quello che viene considerato da molti la Cenerentola dei vaccini, meno efficace degli altri.

A schierarsi contro sono per primi i medici di Roma che si rifiutano categoricamente di ricevere il vaccino oxfordiano (di cui oggi verranno consegnate circa 300mila dosi). «Apprendiamo della convocazione di molti colleghi prevalentemente under 55 anni a cui viene destinato il vaccino AstraZeneca - contesta Paolo Mezzana, portavoce dei medici liberi professionisti e tra gli amministratori della loro pagina Facebook - ma facciamo presente che dalle raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico e nella circolare ministeriale sul vaccino AstraZeneca si evince che tra le categorie per le quali è raccomandato ovviamente non c'è il personale sanitario che è intrinsecamente a rischio più alto. In questo modo si continua a creare una discriminazione tra medici del pubblico e medici del privato, pur avendo tutti lo stesso livello di rischio e un ruolo importante nella tutela della salute della popolazione».

Il no dei medici è netto e non è servito a convincerli del contrario il rapporto settimanale della fondazione Gimbe, che rileva una riduzione del 64 per cento dei casi di positività al Covid tra gli operatori sanitari: «Dai 4.382 rilevati nella settimana 13-19 gennaio, quando è stata avviata la somministrazione delle seconde dosi, siamo passati ai 1.570 della settimana 3-9 febbraio», spiega il presidente Nino Cartabellotta. Un dato che dimostra come la campagna vaccinale - seppur in ritardo, zoppicante e con mille dubbi - qualche buon effetto lo sta portando.

Spinge invece perché ci si attenga alle indicazioni Oms Matteo Bassetti, direttore di Infettivologia al San Martino di Genova: «Ema non ha messo limitazioni e nemmeno l'Oms, che ha dato l'ok spiegando che il vaccino può essere utilizzato anche in presenza di varianti. Paesi come la Germania hanno alzato la soglia almeno agli under 65, e già andrebbe bene». Più cauto il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell'istituto Mario Negri, che sostiene sia meglio attenersi alla somministrazione alla fascia di età 18-55 (lasciando le dosi di Pfizer e Moderna ai più anziani) e seguire le linee guida indicate dall'Aifa. «Non capisco perché non ci si voglia attenere ai dati degli studi clinici - spiega -. Altrimenti cosa li facciamo a fare se poi ognuno dice quello che vuole?». Il problema del vaccino AstraZeneca, che sarà al centro di un tavolo di confronto tra Regioni, Aifa, ministero della Salute e Agenas, «è che è attivo al 60%, quindi - aggiunge Garattini - vogliamo lasciare i più anziani con un vaccino ad efficacia così bassa?». E in ogni caso, sostiene, dobbiamo abituarci all'idea di ripetere il vaccino ogni anno.

Eppure l'Oms deta linee più elastiche: nelle raccomandazioni provvisorie emesse dal gruppo consultivo di esperti sull'immunizzazione (Sage), viene scritto che Astrazeneca può essere usato anche su chi ha più di 65 anni e servirà a combattere le varianti (non è ancora chiaro se con una terza iniezione o no). «Gli studi clinici hanno dimostrato che il vaccino AstraZeneca ha profili di sicurezza ed efficacia simili in persone con varie patologie preesistenti» specifica Alejandro Cravioto, presidente del Sage.

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