A l governatore della Puglia Michele Emiliano i «chilometri di filo spinato» che circondano il cantiere del Tap (il gasdotto che ci porterà il carburante russo attraverso l'Adriatico) fanno pensare ad Auschwitz. Così istintivamente. Come d'istinto, ovviamente, si fanno le gaffe. E questa è clamorosa. Almeno per i conduttori del programma radiofonico al quale il governatore era intervenuto in diretta. Massimo Giannini, nelle vesti di conduttore a Radio Capital, dice che il paragone è inappropriato. «Hanno militarizzato una vasta area - prova a difendersi Emiliano - I cittadini sono indignati». Sarà però la replica del ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, a imporgli il dietrofront. Nel suo intervento radiofonico aveva infatti attaccato ad alzo zero lo stesso ministro: «Si preoccupa del business e non dei cittadini. Media tra le lobby del carbone e quella del gas. Risponde a loro anziché all'interesse pubblico e poi terrorizza col ricatto occupazionale». La risposta del ministro (arrivata tempestiva grazie a Twitter) ha il tono dell'esortazione: «Cerca di rientrare nei limiti di un confronto civile. Il paragone con Auschwitz è grave e irrispettoso». Calenda poi ne approfitta per sfoggiare il suo piglio ironico: «Dunque su Ilva sostengo la lobby del carbone contro quella del gas e sul Tap viceversa. E quei poveracci della lobby del petrolio? Prossima puntata scie chimiche e Stato imperialista delle multinazionali». La valanga delle proteste travolge il povero Emiliano costretto a rettificare. «Paragone oggettivamente sbagliato - confessa a Radio anch'io - e chiedo scusa di questo. Però il governo ci chiede l'approdo meno idoneo per il Tap». Alla stessa trasmissione, però, partecipa il responsabile dell'ufficio stampa del Tap, Luigi Quaranta, che porta dati differenti. «Per due volte sia il Tar che il Consiglio di Stato si sono espressi hanno dichiarato che la procedura adottata per installare il cantiere è stata corretta. La scelta di Melendugno (Lecce, ndr) è arrivata dopo la valutazione di ben 16 siti, tra Brindisi e Otranto». Anche in questo caso Emiliano prova a replicare: «Noi siamo favorevoli al Tap. Semplicemente vorremmo fosse fatto a Brindisi. Io non sono il signor No. Propongo sempre alternative». Pure i sindacati lo bacchettano. Il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, a proposito dell'imminente nuovo esposto annunciato da Emiliano, commenta amara: «Ogni investimento strutturale ha i rappresentanti del no. Un Paese deve crescere nel rispetto dell'ambiente e della salute. Ma se chiediamo grandi infrastrutture bisogna realizzarle». La pioggia di critiche, però, non si ferma con la rettifica e le scuse. Raffaele Fitto, di Direzione Italia, è il più critico. «Non bastano le scuse. Le parole, dette da un'istituzione, sono pietre». «Non voleva dirlo? - conclude - Non doveva nemmeno pensarlo». Il pensiero di quanto accaduto martedì in Austria (un morto e molti feriti) non fa dormire sonni tranquilli al sindaco di Melendugno che chiede anche per il Tap i controlli previsti dalla «normativa Seveso».
Soprattutto ora che la Prefettura di Lecce ha disposto lo smantellamento della zona rossa a protezione del cantiere. E soprattutto dopo che i vertici aziendali del Tap hanno assicurato che i lavori riprenderanno pure senza questa protezione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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