Onorevole Mara Carfagna, lei ha avuto spesso confronti duri con Matteo Salvini. Come giudica la sua svolta europeista?
«Quella che molti definiscono una conversione della Lega ritengo sia un bene per tutti. Non gli ho risparmiato critiche non personali ma politiche sulle sue posizioni ostili all'Europa. Ma la politica ha il dovere di registrare le cose nuove specie se accompagnate da fatti concreti come il voto sul Recovery Plan. D'altra parte anche la sinistra ha compiuto svolte profonde come lo strappo da Mosca o il riconoscimento del Patto Atlantico da parte di Enrico Berlinguer. Vedremo se la svolta di Salvini sarà altrettanto sincera».
Può aprirsi una stagione nuova per la politica italiana?
«Se la Lega esce dal recinto della critica a priori c'è un vantaggio di sistema. È anche vero che l'Europa è cambiata, diventando l'Europa della generosità e della solidarietà nella gestione della pandemia. Abbiamo vissuto troppe campagne elettorali fondate su slogan: votate noi oppure vincono i barbari, o votate noi altrimenti vincono i servi di Bruxelles. In questa fase tutti siamo obbligati a costruire, andando oltre l'ossessione del nemico a tutti i costi».
Ritiene possibile un avvicinamento della Lega al Ppe?
«Ho seguito il dibattito tra chi come Giorgetti ha indicato la necessità di aprirsi al Ppe e chi ritiene sia giusta la collocazione attuale. Credo che Salvini stia riflettendo sulla possibilità di uscire da quel cordone sanitario che lo ha isolato in Europa. Naturalmente è un processo che se dovesse innescarsi avrà inevitabilmente i suoi tempi».
La scelta di Giorgia Meloni di restare fuori dal governo può indebolire il centrodestra?
«Le scelte diverse non compromettono l'unità del centrodestra. Siamo rimasti insieme quando Salvini si è alleato con i Cinquestelle oppure quando sono stati espressi voti diversi su Ursula von der Leyen. Quella di Fratelli d'Italia è una scelta da rispettare. Giorgia Meloni promette una opposizione responsabile con voto favorevole su singoli provvedimenti e anche questo fa bene al Paese. Sono sicura che sia interesse di tutti mantenere l'unità del centrodestra per tornare insieme».
Lei è stata spesso individuata come uno dei leader di una nuova area moderata e liberale. La scelta della Lega, modificando il codice identitario del sovranismo, vanifica quel progetto?
«Io ho sempre rivendicato una maggiore autonomia di Forza Italia rispetto alle posizioni di Salvini. Qualcuno dice che il riposizionamento di Salvini è una vittoria della linea europeista e moderata che ho sempre sostenuto. Io lo considero semplicemente un fatto nuovo che ci apre nuove sfide.
Se davvero Salvini rinuncerà a posizioni più estremiste, tutti potremo giovarcene, tornando a parlare con più facilità a tante persone che avevano pregiudiziali nei nostri confronti. Come dice Berlusconi potremo davvero avere tutti i vantaggi di una vera coalizione plurale, unita su valori comuni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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