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Berlusconi, siluro al governo: "Insieme solo per le poltrone"

Il leader di Forza Italia a Bruxelles con i vertici del Ppe Avviso di sfratto ai giallorossi: «C'è bisogno dei moderati»

Berlusconi, siluro al governo: "Insieme solo per le poltrone"

Q uando, verso le 17, Silvio Berlusconi decolla da Bruxelles per tornare ad Arcore è soddisfatto della sua giornata. Dei suoi incontri con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, con il neopresidente del Ppe Donald Tusk e con il negoziatore per la Brexit, Michel Barnier.

Al summit dei popolari, il leader di Forza Italia assicura che «non c'è nessuna seria preoccupazione sul fatto che l'Italia voglia rimanere nell'euro». Perché «uscire oggi sarebbe una cosa assolutamente negativa per la nostra economia, per il nostro Paese, l'errore semmai fu quello di entrare con un cambio lira-euro che era assolutamente fuori dalla realtà».

Attaccando il governo giallorosso, il Cavaliere sottolinea l'unità del centrodestra, in cui Fi garantisce la collocazione europeista e rappresenta il volto moderato. Una coalizione che dall'opposizione si prepara a tornare al potere, attraverso le elezioni, anche se «la voglia di questi signori di restare in Parlamento e di usufruire di uno stipendio è forte e quindi può darsi che anche da altri partiti ci siano dei supporti affinché questa legislatura duri fino alla naturale scadenza». Poi puntualizza: «Noi non apriremo le porte a parlamentari di altri partiti».

L'ultimo segnale della ritrovata compattezza del centrodestra è stato il voto della risoluzione unitaria sul Mes, «che avevamo scritto noi», dice Berlusconi. Aggiungendo che in parlamento e per le prossime regionali «lavoriamo di comune accordo con gli altri partiti della coalizione, guardando al bene comune». Dall'altra parte, è l'analisi dell'ex premier, c'è una maggioranza di sinistra che «non è politica, è un'accozzaglia nata per impedire che gli italiani potessero votare e scegliere un governo di centrodestra». E qui viene l'invito agli italiani, soprattutto quelli che hanno disertato le urne, a cambiare atteggiamento. «Questo è un governo che non ha nessuna ragion d'essere, se non per il voto che hanno dato i cittadini. Molti italiani, che si dichiarano moderati e liberali e antisinistra, non sono andati a votare e quindi che riflettano e si comportino in modo diverso la prossima volta». Perché, aggiunge riferendosi ai 5S, «hanno votato degli incapaci».

Nel vertice del Ppe Berlusconi incontra la von der Leyen, augurandole buon lavoro e l'ascolta illustrare la proposta di un New Green Deal. «È un'opportunità per l'Europa - commenta - ma l'Unione deve andare avanti anche sul progetto di difesa comune e adottare contromisure per contrastare l'offensiva commerciale cinese». Di questo il Cav parla separatamente con Tusk, insieme al vicepresidente del Ppe e di Fi, Antonio Tajani.

Del colloquio con Barnier, Berlusconi spiega a News Mediaset: «Abbiamo analizzato gli scenari sulla base dei diversi possibili risultati elettorali in Gran Bretagna. Personalmente, mi auguro che l'esito porti ad una maggioranza che voglia ritornare sui suoi passi. Sono certo che un nuovo referendum porterebbe a rimanere nell'Ue. Del resto, non capisco in che modo la Brexit possa convenire al Paese».

Infine, il Cav dice di aver parlato con il premier ungherese Viktor Orban e di essere convinto che non voglia lasciare il Ppe.

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