Boldrini come Tsipras ora s'improvvisa leader della sinistra anti Renzi

La minoranza Pd la usa come corpo contundente contro il premier che insiste: «Non spetta al presidente della Camera valutare i decreti»

Boldrini come Tsipras ora s'improvvisa leader della sinistra anti Renzi

Da ieri, la presidente della Camera Laura Boldrini deve sentirsi meno sola: improvvisamente, dopo lunghi mesi tristi in cui nel Palazzo nessuno se la filava, è diventata la Madonna Pellegrina del variopinto fronte della sinistra anti Renzi. Da ieri, è anche l'eroina della minoranza Pd, che le fa scudo col suo corpo contro i «gravi attacchi» (Stefano Fassina dixit ) che le sarebbero venuti dal governo dopo le sue esternazioni contro l'ipotesi di un decreto sulla riforma Rai. In realtà Matteo Renzi - che ieri ha bacchettato anche i suoi invitandoli a concentrarsi «più sulle idee» e «meno sulle correnti» - si guarda bene dal polemizzare direttamente con quella che, bene o male, è comunque la terza carica dello Stato, e si è limitato a farle notare, tramite il suo vice Lorenzo Guerini, che non è esattamente compito della presidente della Camera di valutare i requisiti costituzionali dei decreti. Apriti cielo: «Grazie Boldrini per la difesa dell'autonomia del Parlamento», accorre in sua difesa Fassina. Arriva di rinforzo anche Davide Zoggia: «Critiche fuori luogo, la presidente svolge la propria funzione». Plaude alla Boldrini anche Sel, denunciando le «reazioni stizzite e insopportabili del Pd». Mentre Pier Luigi Bersani si scatena contro Renzi, deciso a riprendersi (con grande preoccupazione della minoranza) la leadership dell'opposizione: dopo l'intemerata contro l'acquisto di Rcs da parte di Mondadori, ieri l'ex leader Pd si è infuriato per la convocazione, da parte del premier, di un incontro con i parlamentari Pd per discutere delle prossime riforme; scuola, Rai, fisco. «Siamo al limite - tuona - è ora di fare le cose seriamente. I gruppi li convocano i capogruppo, e invitano il segretario». I suoi gli vanno dietro, denunciano un «commissariamento» del capogruppo Speranza, qualcuno minaccia di disertare.

Il calore della solidarietà ricevuta rafforzerà probabilmente l'idea, che la presidente accarezza, di avere un futuro in ascesa in politica come zarina della sinistra-sinistra. Tanto più che il leader della Fiom Landini tentenna e sembra preferire la scommessa interna alla Cgil (nel 2018 scade il mandato della Camusso) al tentativo di mettere insieme una sinistra in cui tutti odiano Renzi, ma in cui - soprattutto - tutti si odiano tra di loro (Sel e Prc, associazioni e centri sociali, Rodotà e la Spinelli, per non parlare della ex lista Tsipras dove «se vanno a cena insieme portano l'assaggiatore», secondo la battuta di un interno). Se poi arrivassero anche quelli della minoranza Pd, la guerra civile sarebbe assicurata. Ma intanto Boldrini si gode la ritrovata popolarità, sia pur di nicchia e rilancia: ieri, sposando la campagna del Fatto , ha tuonato contro i vitalizi agli ex parlamentari con condanne: «Inaccettabile». La minoranza anti-Renzi la usa come corpo contundente contro il premier, in mancanza di meglio.

Raccontano a Montecitorio che, ad animare l'alzata d'ingegno della Boldrini contro il presunto decreto Rai, non sia stato solo il fatto che il suo portavoce Roberto Natale è l'ex segretario Usigrai e quindi molto legato al vasto e ramificato partito-Rai della sinistra, contrario alla riforma ipotizzata dal premier. A modificare l'atteggiamento della presidente, ma anche della minoranza Pd fattasi più aggressiva, ci sarebbe anche l'idea che il Colle, ora che non c'è più il tosto Napolitano, possa fare da sponda arginando il protagonismo renziano. «Vedrete, Mattarella non gli lascerà più carta bianca su decreti e fiduce, prima o poi verrà allo scoperto», giurano in molti. Speranza infondata, secondo il renziano Giachetti: anzi, la Boldrini farebbe bene a prendere «esempio» da Mattarella: «Poche parole, prudenza e coscienza del proprio ruolo».

di Laura Cesaretti

Roma

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica