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Il sangue non si ferma: strage alla stazione dei bus

Bomba fa sei morti tra i civili a Donestk. Uccisi anche 19 soldati ucraini

Il sangue non si ferma: strage alla stazione dei bus

Sullo sfondo delle trattative per trovare un compromesso che metta fine al conflitto, nel sud-est ucraino si continua a combattere e a morire. In totale sono più di 40 le persone uccise nel Donbass nelle 36 ore che hanno preceduto il vertice di Minsk. Ieri mattina proiettili di mortaio hanno colpito una stazione di autobus a Donetsk e la zona antistante l'ingresso di una fabbrica metallurgica. I morti - stando ai ribelli che controllano la città - sono almeno sei, e i feriti otto. Il bombardamento, attribuito alla forze governative, ha mandato in fiamme due minibus. Ma nella principale roccaforte dei separatisti altri tre civili sono stati uccisi in un bombardamento notturno. Mentre nella sola giornata di ieri l'altro 19 soldati ucraini sono caduti e 78 sono rimasti feriti nella sacca di Debaltseve: un importante snodo ferroviario a metà strada tra i baluardi ribelli di Donetsk e Lugansk dove i separatisti sostengono di aver circondato tra 5 e 8mila militari di Kiev.

A tutte queste vittime si aggiungono le 17 persone uccise dalla pioggia di missili Smerch che si è abbattuta su Kramatorsk sventrando il quartier generale delle forze armate governative e colpendo poi un'area residenziale. I feriti sono più di 60, di cui 11 in gravi condizioni. Intanto le forze armate ucraine hanno lanciato una controffensiva a est di Mariupol e i volontari nazionalisti del battaglione Azov sostengono di aver strappato ai ribelli tre cittadine: Shirokine, Pavlovo e Kominternovo. «Abbiamo spostato la linea del fronte a 20 chilometri dalla città di Mariupol - ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino, Oleksandr Turcinov - proteggendola dai bombardamenti e rafforzando le difese di questa regione».

A pagare il prezzo più alto in questo conflitto continuano a essere in ogni caso i civili: in 263 hanno perso la vita in pochi giorni, dal 31 gennaio al 5 febbraio. Mentre, secondo le Nazioni Unite, in questi dieci mesi di combattimenti sono morte 5.

486 persone e quasi 13mila sono rimaste ferite.

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