Desaparecido a tempo. David Borrelli, uno dei due grillini che siedono nell'associazione Rousseau, fondata e controllata da Casaleggio padre e figlio, dopo l'inusitato abbandono del Movimento e del gruppo all'Europarlamento, ufficialmente «per motivi di salute», sembrava scomparso. L'ultimo «segnale» su Facebook alle 7,25 di ieri mattina, per lamentarsi delle «illazioni diffamatorie» apparse sul suo conto su «alcuni giornali».
Poi stop. Da quel momento di Borrelli sembrano perdersi le tracce. Persino Luigi Di Maio, lasciando il Mef dove si era fiondato per arginare Rimborsopoli, fa spallucce, e alle domande sul perché l'europarlamentare e storico esponente grillino (il primo eletto in un consiglio comunale di un capoluogo, a Treviso nel 2008) abbia motivato con questioni di salute l'addio a M5S, rinvia il quesito al diretto interessato. «Chiedete a lui. A me nemmeno ha risposto al telefono, che cosa volete che vi dica?». Insomma, il giallo di San Valentino. Risolto, però solo in parte, proprio da Borrelli a distanza di 12 ore. Ancora una volta su Facebook. «Ieri - scrive in serata - ho preso una decisione difficile che merita qualche spiegazione, perché sto leggendo troppe fantasiose ricostruzioni. Non ho problemi di salute e non ne ho mai accennato. Auguro al M5s una strada costellata di ambiziosi traguardi e grandi successi. Per tredici anni il Movimento è sempre stato la mia casa, l'ho visto nascere e ho avuto il privilegio di assistere molto da vicino a tutte le tappe di questa avventura. Ora è arrivato per me il momento di cambiare percorso. Nella vita mi sono sempre occupato con grande intensità di imprenditori e risparmiatori. Per questo ho deciso di aderire ad un nuovo progetto: un movimento, che nascerà a breve, e che si occuperà proprio di imprenditori e risparmiatori. Lo devo a loro, lo devo alla mia vita».
Dunque la scusa dei «motivi di salute», citati nel comunicato del capo delegazione grillino Laura Agea è una panzana, ammette lo stesso Borrelli. Che non spende una sola lettera per spiegare quali, invece, siano i reali motivi che abbiano portato alla fine della lunga relazione tra lui e il Movimento. Evitare l'imbarazzo per una puntata europea della Rimborsopoli grillina, come qualcuno sostiene? I guai, per Borrelli, finora erano arrivati solo a ottobre scorso dalla sua fidanzata, Maria Angela Riva, che era stata assunta come tirocinante da una collega di Borrelli, Isabella Adinolfi, potendo così continuare a convivere a Bruxelles col compagno. Il caso fece un po' di rumore, Borrelli difese la scelta che «non violava le regole» e la cosa finì lì. Ora, dopo il voltafaccia, salta fuori un suo ex collaboratore che, alla Stampa, consiglia di verificare le «case» possedute da Borrelli a Strasburgo e a Bruxelles, avanzando dubbi anche «sulla ristrutturazione della sede della sua società», a Treviso.
E per l'ex pizzaiolo diventato imprenditore si apre un altro giallo. Considerato il collegamento di Gianroberto Casaleggio con le piccole imprese del Nord Est, Borrelli sembra indicare nelle pmi il suo futuro settore di riferimento politico. Quindi il salto di gruppo forse ha un motivo più prosaico. Avendo già fatto il consigliere comunale e poi l'europarlamentare, non si sarebbe più potuto candidare. A meno, appunto, di lasciare il movimento. E anche questo «movente» era gettonatissimo tra i commenti della base arrabbiata sotto il suo post.
Resta da capire il perché della fretta: per l'Europa si vota nel 2019. Forse le polemiche degli ultimi giorni sono state l'accelerante per una decisione che certifica lo sgretolamento del nucleo storico di M5s. Nucleo del quale Borrelli faceva certamente parte.
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