Il brindisi post voto di Salvini va di traverso a Saviano & co.

Il leader del Carroccio mostra sui social un bicchiere di vino. Lo scrittore e Vauro: «Ecco dov'era l'urina...»

Il brindisi post voto di Salvini va di traverso a Saviano & co.

Un brindisi al veleno. Dopo l'affermazione alle urne Matteo Salvini brinda su Facebook ai suoi «nemici». Ovviamente sorridente, il leader del Carroccio mostra in foto un bicchiere di vino bianco e scrive: «Un brindisi da parte mia e vostra a Roberto Saviano, Fabio Fazio, Oliviero Toscani, Vauro, 99 Posse, Gad Lerner e Saverio Tommasi. Baci e abbracci».

Uno sfottò post-elettorale, insomma, verso quanti non hanno mai nascosto - chi più chi meno - la propria ostilità a Salvini negli ultimi anni. Ma la provocazione ha innescato una serie di reazioni. Se i 99 Posse - che nel 2015 «proibirono» i propri concerti al leader leghista, stampando magliette e adesivi col volto del politico dietro un segnale di divieto e la scritto «io non posso entrare - scelgono di rispondergli criticando il post, nel quale a loro dire Salvini «si comporta come un adolescente che si vendica contro tutti quelli che ce l'hanno con lui», e rimarcano l'«insofferenza» del leghista, promettendo infine di «andargliele a suonare direttamente a casa sua, come già abbiamo fatto l'anno scorso con il primo grande raduno antirazzista di Pontida», qualcuno sceglie di abbassare di più il livello. Roberto Saviano, infatti, attinge alla serie tv «Gomorra» per replicare al leader del Carroccio, e ripubblicando l'immagine del sorridente Salvini col bicchiere in mano, scrive: «Biv Matte', famm' capì si me pozz' fida' 'e te!». Ossia la frase che il protagonista della serie, il boss camorrista Pietro Savastano, pronuncia intimando al suo «soldato» Ciro di bere un bicchiere di urina come prova di sottomissione e fedeltà. Curiosamente, tra l'altro, anche Vauro pur con un diverso stile ha attribuito al giallo paglierino del bicchiere di Salvini lo stesso accostamento di Saviano, prima ancora di quest'ultimo. Commentando la foto, sul suo profilo Facebook, con una battuta sarcastica: «Cavolo ecco dove era finita la mia urina per le analisi!».

Chi la prende meglio di tutti è Gad Lerner, che si limita a un «Lechaim! Onorato della compagnia...», restituendo il brindisi e rimarcando dunque di sentirsi più a suo agio tra i «nemici», ma senza battutacce e code velenose. Silenzio da Oliviero Toscani, che però il suo ce lo aveva messo solo 24 ore prima, intervenendo alla Zanzara per spiegare di vergognarsi che «Salvini sia italiano» e snocciolandone le «qualità»: «non ragiona bene, è indietro, è lento, basta guardarlo di profilo, assomiglia all'uomo di Neanderthal».

Tra chi replica, invece, c'è Saverio Tommasi, scrittore, blogger e collaboratore del sito d'inchieste Fanpage, che entrò in polemica con il leader leghista già nel 2014 in occasione della visita di Salvini a Bologna, quando l'auto su cui viaggiava il leghista venne circondata da ragazzi dei centri sociali, che spaccarono a pietrate i vetri del veicolo dopo che l'autista, per non farsi circondare, aveva accelerato costringendo gli antagonisti ad allontanarsi.

Quel giorno Tommasi filmò la scena e sostenne con Salvini che il lancio di pietre era forse stata una conseguenza dell'accelerata, e oggi, al brindisi in suo «onore», il blogger replica: «Quando qualcuno brinda alla tua salute fa sempre piacere. Quasi sempre.

Perché l'ironia di uno degli uomini in questo momento più potenti d'Italia, e che in ogni caso influirà in modo sostanziale nella formazione del prossimo governo italiano, non è un grande incoraggiamento per il prosieguo del proprio lavoro. Quando gli uomini di potere colpiscono scrittori, giornalisti, artisti, significa che sono tempi grigi».

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