Bullismo in chat: "Noi ti odiamo". Indagati i sette aguzzini di 12 anni

Hanno preso di mira la compagna disabile, che si è ammalata

Bullismo in chat: "Noi ti odiamo". Indagati i sette aguzzini di 12 anni

Per mesi hanno bullizzato una loro compagna di classe di 12 anni insultandola su un gruppo whatsapp dal nome esplicito: «Noi ti odiamo». Per questo sette ragazzini tra i 12 e i 14 anni sono stati segnalati alla Procura dei Minorenni di Bologna con le accuse di violenza privata continuata, minacce e diffamazione. I giovani non sono imputabili per ragioni anagrafiche.

A raccontare tutto è stata la stessa vittima della persecuzione, afflitta da una malattia invalidante, che, esasperata e angosciata, ha deciso di raccontare tutto ai genitori e per un periodo si è anche rifiutata di andare a scuola sviluppando sintomi fisici di somatizzazione per le offese subite sulla chat di gruppo di Whatsapp in cui era stata inserita e vedendo deteriorare ulteriormente la sua salute.

I genitori si sono rivolti alla dirigente della scuola media di Piacenza frequentata da tutti i protagonisti della squallida vicenda. La dirigenza dell'istituto comprensivo ha fatto partire la segnalazione alla Polizia Locale che ha fatto partire le indagini.

Nella chat, della quale facevano parte ragazzini e ragazzine della stessa classe della vittima, le offese erano quotidiane. La vittima era stata dapprima inserita nella chat al solo scopo di poterla espellere solo dopo aver capito chi vi partecipasse e quale fosse il tenore delle conversazioni. I messaggi più frequenti vertevano sulle sue condizioni fisiche: «Sei malata e devi essere bruciata», uno dei più orribili. Ma le violenze erano esercitate anche dal vivo, in classe, con cestini della spazzatura rovesciati sulla testa della ragazzina e continue vessazioni.

Il primo a essere ascoltato è stato il ragazzino che la vittima delle persecuzioni ha indicato come tra i leader del gruppo di bulli.

Costui ha indicato i nomi degli altri ragazzini membri della chat e forse su consiglio dei suoi genitori ha scritto una lettera di scuse alla sua compagna, dicendosi pentito per quanto fatto. Le indagini sono condotte dagli agenti della squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale di Piacenza agli ordini del comandante Giorgio Benvenuti.

Dura la reazione del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti all'episodio di Piacenza: «Il bullismo - ha scritto su Twitter - è una piaga sociale che lascia delle ferite profondissime nelle vittime. L'episodio di Piacenza, dove per mesi dei ragazzini hanno minacciato una loro compagna di classe, è inaccettabile. Tolleranza zero nei confronti di questi comportamenti vigliacchi».

Intanto il Moige ha messo a disposizione delle autorità civili e delle Istituzioni scolastiche di Piacenza il proprio centro mobile antibullismo, per rispondere, con azioni di formazione e contrasto al grave episodio

subito dalla ragazza 12enne. «Ancora bassa la consapevolezza e la gravità degli episodi derivanti dall'abuso dei social tra i minorenni» ha dichiarato Antonio Affinita direttore generale del Moige, Movimento Italiano Genitori.

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