Milano Ripensare il ruolo del magistrato e proporre alla politica alcune mosse per migliorare il sistema giudiziario. Con questi obiettivi parte oggi a Orvieto, e continua fino a domenica, il Congresso nazionale di Unicost, la componente «di centro» dell'Associazione nazionale magistrati. «Ci confronteremo con importanti esponenti della cultura, dell'avvocatura, della politica: non vogliamo essere autoreferenziali», spiega il segretario generale di Unità per la Costituzione, Roberto Carrelli Palombi.
Segretario, che significato ha il titolo del congresso, «Né protagonisti, né burocrati: solo magistrati»?
«Abbiamo preso spunto da uno dei primi interventi del presidente Sergio Mattarella sul vero ruolo dei magistrati. Il modello che proponiamo è quello che torna alle indicazioni della Costituzione. Un magistrato regola i conflitti, accerta la rilevanza penale, ma nel processo ci sono anche altri soggetti legittimati. Non è né protagonista né “sovrano”».
Non bastano le leggi per fissare i paletti?
«L'associazionismo serve proprio a dare tali indicazioni. Un giudice non deve solo essere ma anche apparire imparziale nei propri comportamenti. Avere precise qualità etiche e resistere alle lusinghe della popolarità».
Cosa pensa dell'appello del presidente Giorgio Santacroce sullo snaturamento della Cassazione a causa dei troppi ricorsi?
«Lo condivido. Nel nostro Paese l'accesso alla Cassazione è troppo semplice, anche a causa del numero eccessivo di avvocati abilitati al patrocinio presso la Suprema corte. Diventa molto difficile garantire la funzione originaria della Cassazione che è di intervenire sulla legittimità e di unificare il diritto nazionale. Occorrono nuove forme di organizzazione e interventi legislativi».
Si lavora anche all'autoriforma del Csm.
«A ragione. Servono nuovi criteri affinché i migliori magistrati accedano agli incarichi più prestigiosi. Il meccanismo ha bisogno di minore discrezionalità e maggiore oggettività».
Quali proposte usciranno dal vostro congresso?
«Oltre a essere un congresso il nostro è un dibattito, una riflessione che ci porta a sottoporre alla politica alcune proposte. Ad esempio il potere gerarchico del procuratore della Repubblica come capo dell'ufficio giudiziario dovrebbe essere coniugato con l'autonomia del singolo procuratore.
E ancora chiediamo che sia garantita la rappresentanza culturale all'interno del Consiglio superiore della magistratura, che è cosa ben diversa dalla divisione in “correnti”. Per questo è utile un ripensamento della legge elettorale del Csm».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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