Roma - Tutti parlano di patrimoniale anche se ufficialmente nessuno l'ha chiesta né la può imporre. In tanti parlano di come gestire l'enorme debito pubblico italiano, che resta uno dei principali pericoli per l'economia mondiale e anche il macigno che impedisce all'Europa di fare qualche passo avanti nell'integrazione.
Sabato è stato l'economista della Bundesbank Karsten Wendorff a proporre una specie di prestito di guerra a carico dei soli cittadini italiani, ai quali - secondo l'esponente della Buba - si dovrebbe prelevare il 20% dei risparmi, trasformarli in titoli remunerati del debito pubblico italiano. Per l'Italia cambierebbe poco, per la Germania scomparirebbe anche il minimo accenno alla condivisione del rischio o agli eurobond.
Ieri, tra le ipotesi circolate, anche quella che questo prestito obbligatorio allo stato, sia ridenominato in un valuta virtuale, non in euro. Una sorta di ritorno alla lira, così anche il minimo rischio di contagio italiano verrebbe sterilizzato. È una forma di ristrutturazione del debito pagata interamente dagli italiani, come vogliono gli stati del Nord. Ma è anche una delle ipotesi che gli economisti tedeschi più critici nei confronti dell'Italia stanno verificando. Quella della «uscita e svalutazione». In sintesi, Italia fuori dall'Euro e svalutazione automatica del debito pubblico italiano, insieme alle ricchezze e agli stipendi degli italiani.
Ipotesi di scuola, per il momento. Niente di più. Anche le minacce del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici di trovare «altre strade» per ridurre il debito italiano sono senza fondamento.
Fino a quando l'Italia riuscirà a piazzare titoli di debito pubblico e fino a quando non avrà bisogno di un salvataggio esterno dall'Europa o dalle altre istituzioni internazionali, nessuno potrà imporre misure del genere. Ma il problema è ben presente al governo, che sta valutando diversi scenari. Compresi quelli catastrofici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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