La caduta delle "renzine" tra gaffe e tribunali

Madia si fa i complimenti da sola sui social, l'ex ministra Lanzetta nei guai a Locri

La caduta delle "renzine" tra gaffe e tribunali

Roma L'uso spregiudicato dei social network comporta, come rischio, quello di cadere in vistose gaffe. L'ultimo a venire esposto alla gogna mediatica per uno scivolone sui social è Marianna Madia. La renziana doc, intervenendo sulla spinosa questione della liquidazione del quotidiano l'Unità, che vede al momento solo l'ex direttore Concita De Gregorio condannata a pagare gli effetti di quel fallimento, la Madia pubblica un tweet per esprimere appunto massima solidarietà alla giornalista e per confessare di sentirsi responsabile, in quanto dirigente del Partito democratico che di quella testata ne era indirettamente l'editore. «Mi prendo la mia parte di responsabilità come comunità politica - scriveva quindi su Twitter - ma questa storia va affrontata e risolta come partito». Se questo tweet risulta discutibile sul piano strettamente linguistico, ancor più discutibile risulta un tweet di commento. «Brava Marianna Madia che nel Pd si fa carico di affrontare con senso di responsabilità la questione». E chi lo ha scritto? Chi alza la sua voce per difendere l'onestà intellettuale e il coraggio politico dell'ex ministro della Funzione pubblica? Ma ovviamente Marianna Madia stessa! Il primo tweet infatti è un parto del suo profilo personale mentre l'empatico commento proviene dal suo profilo ufficiale (quello che solitamente viene gestito dai collaboratori). Un epic fail (come va di moda oggi definire i grossolani errori sul web) come questo fa rumore. E anche molto. E se pur rimosso in fretta, il tweet ha fatto in tempo a divenire argomento di scherno. Sul web i «leoni da tastiera» hanno ridicolizzato l'ex ministro ricordando che avrebbe sbagliato profilo da cui far partire il commento positivo. E scorrendo tutti i lazzi innescati da questa gaffe si viene così a sapere che molti politici e personaggi pubblici usano profili «fasulli» per e rilanciare i proprio «comunicati». Insomma l'antico adagio «chi si loda si imbroda» non è più tenuto in alcun conto.

Giorni di passione li vive anche un'altra renziana doc. La Procura di Locri ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dell'ex ministro per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta, nella sua qualità di ex sindaco di Monasterace.

La richiesta riguarda 13 persone, accusate, a vario titolo, di falso, occultamento di documenti, peculato e distrazione di risorse. L'indagine riguarda un finanziamento regionale destinato all'ottimizzazione del sistema fognario.

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