Caro Donald, le toccherà il destino di Berlusconi...

Caro Donald, le toccherà il destino di Berlusconi...

Dear Mr Trump,

quello che sta succedendo a lei è molto divertente. Parlo da italiano che ha vissuto tutta l'epopea del berlusconismo e che ricorda alcune leggi fondamentali che mi permetto di ricordarle. La prima è che il mondo della sinistra, che voi chiamate liberal, ha un potere letale sulla reputazione delle persone e pratica con scrupolo l'assassinio della personalità, che voi chiamate character assassination.

Si tratta di una procedura facile e redditizia: se uno come lei, o come Berlusconi, chiede e ottiene il mandato dal suo popolo provenendo dal mondo che produce ricchezza anziché consumarla, scatta l'accusa numero uno di un specifico pacchetto che contiene anche il disprezzo per la ricchezza stessa che nel mondo cattolico è considerata sterco del diavolo; il disprezzo per il bene privato perché il costruttore di case viene declassificato a palazzinaro (da voi si dice real estate developer e già va meglio) oppure a dittatore dei media, come accadde a Berlusconi perché possessore di tre reti commerciali che sono politicamente neutrali perché vendono pubblicità per tutti gli acquirenti.

Lei, come accadde a Berlusconi, è oggi accusato di essere un tipaccio, corrotto e corruttore, dal passato losco proiettato su un futuro diabolico. E poi naturalmente siete accusati entrambi di amare senza ritegno le donne e il loro sesso. Io ho una figlia di 15 anni nata in Italia ma diventata americana e che frequenta le scuole pubbliche americane. Quando le ho chiesto se non si sentiva imbarazzata a fare il tifo per lei, Mr. Trump, dopo la diffusione delle sue battutacce erotiche emerse da vecchi nastri, mia figlia mi ha risposto: «Tutti i maschi di qualsiasi livello, fanno prima o poi quel tipo di spirito, ma un Presidente si giudica dai posti di lavoro che produce e dal livello delle tasse. Non deve preoccuparsi di quel che dice fra le quattro mura di casa sua».

Ho visto quanto livore, quanta schiuma alla bocca, i senatori democratici, ma anche qualche repubblicano come Marco Rubio, mettono nelle loro domande che si riducono poi ad una sola: lei ci assicura di pensare il contrario di quel che pensa Donald Trump? Equivale a: rinunci a Satana e alle sue pompe? Da lei come da noi si chiede prima di tutto l'abiura. Noi in Italia non abbiamo un Senato che possa sottoporre a simili esami perché la nostra camera alta è una fotocopia della camera bassa, anche se Renzi voleva trasformarla in un parco Montessori per sindaci. Quel che colpisce è il livore, la cattiveria, la bava alla bocca esibite quando si pronuncia il suo nome.

Le giornaliste, in particolare femmine, americane ma anche italiane, persino le miti e quietamente sgrammaticate presentatrici dei programmi pomeridiani, hanno imparato a pronunciare il suo nome simulando il malore, il conato, il principio d'ictus con gli occhi storti, se devono pronunciare il suo nome. Lo stesso tale e quale accadeva con Silvio Berlusconi, l'innominabile, l'abominevole. Di voi e quelli come voi è d'obbligo dire che siete volgari. La finezza e l'eleganza sono misure variabili mai depositate al Museo Pesi e Misure di Sèvres (dove sono custoditi il metro perfetto, il litro perfetto eccetera) sicché vengono accorciate o allungate secondo necessità politica. Lei, poi, ha anche sulle palle i giornalisti e non tralascia di dirlo annunciando un'era in cui i corrispondenti dalla Casa Bianca non saranno più come i proci a casa di Penelope ma dovranno stare alle intemperie per fare il loro lavoro. Questo, Berlusconi non l'ha mai fatto, ma è stato egualmente linciato dalla stampa ostile (cioè tutta) che mentre lo pestava, gridava contemporaneamente alla minacciata libertà di stampa.

Ora, volevo ricordarle, Mr. Trump, che i liberal, o sinistre, obbediscono a una legge ferrea. Coloro che sono stati da loro massacrati al governo, per esempio Ronald Reagan dalle sue parti e Bettino Craxi dalle nostre, una volta usciti di scena diventano entro un decennio insigni statisti da rimpiangere. Avvisaglie già si percepiscono in Italia sul famoso ventennio di Berlusconi e certamente su Reagan di cui è d'obbligo oggi dire, che erano «statisti».

Quando verrà il suo turno, succederà anche a lei. Sono meccanismi semplici, binari euclidei, noiosi perché prevedibili. La sinistra ha il dono della banalità e vive per questo nell'orrore di chiunque esca dal gruppo e dai dogmi.

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