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Casa di Montecarlo, Laboccetta: "Tulliani condizionava Fini"

I verbali dell'interrogatorio di Amedeo Laboccetta: "Corallo voleva continuare ad avere il favore di Fini che gli era utile a tutela dei suoi interessi imprenditoriali"

Casa di Montecarlo, Laboccetta: "Tulliani condizionava Fini"

I verbali degli interrogatori sul caso della casa di Montecarlo sono al centro dell'inchiesta che coinvolge l'ex re delle Slot Corallo, Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani e Giancarlo Tulliani. Tra questi ci sono le dichiarazioni rilasciate dall'ex deputato del Pdl Amedeo Laboccetta, che agli inquirenti ha detto quanto Fini fosse "condizionato" da Tulliani.

"Voglio cominciare con il riferire quanto a mia conoscenza sulla gara vinta nel 2004 da Atlantis, anzi, bisogna cominciare dal dicembre 2002, allorché Francesco Corallo mi contatto affinché potessi fargli incontrare il cive ministro con delega al commercio estero, l' onorevole Adolfo Urs" - ha detto l'ex parlamentare, come riportato dal Tempo - Con riferimento al viaggio di Fini a Saint Maarten, preciso di essere stato contattato da Fini alla fine di luglio 2004. Mi disse che sapeva che frequentavo l' isola di Sint Maarten e che aveva piacere a fare una vacanza sull' isola. Io chiamai Francesco Corallo che fu ben contento di ospitare Fini e gli altri. Erano 14 persone che prima di giungere sull' isola avevano fatto una vacanza negli Stati Uniti. Fu Francesco Corallo che si occupò dell' organizzazione della vacanza ed affittò la villa, per 14 giorni, per tutti. Corallo affittò anche una barca e fece arrivare istruttori dalla Califomia e dalla Francia che accompagnavano Fini e Proietti Cosimi nelle loro immersioni".

Il parlamentare è preciso nel raccontare il rapporto tra Fini e Corallo. "Dopo aver ricostruito le vicende relative all' aggiudicazione della gara vista la presenza in tali vicende di uomini legati a Fini - si legge ancora nei verbali - come vado a spiegare, posso dire che quel viaggio serviva a Fini proprio per creare un rapporto diretto con Francesco Corallo". Non solo. Laboccetta parla anche di una conversazione "a cui ero presente" in cui Fini si sarebbe "complimentato" con Corallo per essere riuscito ad aggiudicarsi la gara. "Gli disse che era molto amico di Giorgio Tino - continua l'ex parlamentare - all' epoca Direttore dei Monopoli e che per qualsiasi cosa si sarebbe potuto rivolgere a lui. Aggiunse che, meglio, poteva rivolgersi al suo segretario particolare Proietti Cosimi e in quell' occasione sia Proietti Cosimi sia Fini si scambiarono con Corallo il numero di cellulare".

L'incontro tra Laboccetta, Tulliani e Fini avviene "nel maggio 2007". "Già dal nostro primo incontro - spiega l'ex parlamentare agli inquirenti - sapevano che Atlantis voleva acquistare un immobile importante nel centro della capitale. Questo interesse di Corallo era noto a Fini e propose di fare l'acquisto tramite una società immobiliare di Giancarlo Tulliani(...). Tuttavia l' acquisto non si fece perché un nostro ingegnere sconsigliò l' operazione".

Per portare a termine l'acquisto, però, secondo Laboccetta sarebbe servito un nuovo incontro tra Giancarlo Tulliani, la sorella e Fini a pranzo da Fortunato al Pantheon. Qui, secondo la ricostruzione di Laboccetta, l'ex presidente della Camera "informò Corallo e me che doveva aiutarli a comprare una casa a Montecarlo. Dopo un attimo di stupore Francesco Corallo gli disse che una cosa del genere gliela dovevano chiedere direttamente gli interessati. Tulliani telefonò a Fini e dopo poco andammo negli appartamenti della Camera: eravamo Tulliani Giancarlo, Elisabetta, Fini, Corallo ed io. Fini disse che lui ed Elisabetta desideravano una casa proprio a Montecarlo e aggiunse testualmente 'siamo certi che vorrai aiutarci a esaudire questo nostro desiderio'. E Corallo si dichiarò disponibile".

Ma ecco il punto centrale delle dichiarazioni di Laboccetta. Ovvero quando sostiene che a suo modo di vedere "Tulliani aveva compreso che erano in grado di condizionare pesantemente le scelte e le valutazioni del Presidente della Camera".

Ed ecco perché Corallo si sarebbe interessato alla casa di Montecarlo: per "continuare ad avere il favore di Fini che gli era utile a tutela dei suoi interessi imprenditoriali".

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