Berlusconi al premier: pensi all'economia

Il Cavaliere stupito dalle ipotesi sul possibile patto per le riforme. "Piuttosto che sul listino per i senatori ora si concentri sui conti"

Berlusconi al premier: pensi all'economia

Roma - «Ora basta col tormentone Nazareno sì, Nazareno no sulle riforme. Renzi, piuttosto, pensi all'economia che è meglio». Il Cavaliere da Villa Certosa in Sardegna non nasconde il suo fastidio per i continui retroscena letti sui quotidiani, molti dei quali lo descrivono all'inseguimento del premier, bramoso di siglare chissà quale patto. Falso. Il Cavaliere, invece, sulle riforme costituzionali prende atto del momento di difficoltà di Renzi, impantanato dai veti della minoranza del Pd e rileva con favore i corteggiamenti che iniziano a partire da ambienti renziani. Uno su tutti: l'intervista del renzianissimo Roberto Giachetti che apre alla possibilità di modificare l'Italicum concedendo il premio alla coalizione anziché alla lista. Altro segnale: il senatore Tonini che si dice pronto a risedersi a un tavolo con Forza Italia. Per ora, tuttavia, siamo soltanto alle chiacchiere agostane e non è ancora chiaro cosa vuol fare realmente il premier. Vuole l'accordo? Sa cosa deve fare. Vuole andare alla conta in Senato? Si accomodi pure, si farà male da solo.

Ma più che all'annoso dibattito sul nuovo Senato, che pure considera importante, il Cavaliere infilza il premier sull'economia. Gli ultimi dati dell'Istat sulle previsioni del Pil sostengono il ragionamento del leader di Forza Italia: «Renzi, piuttosto che pensare al listino con cui eleggere i nuovi senatori, si concentri su come far ripartire l'economia. Sulla crescita restiamo il fanalino di coda dell'Europa». Seppur non direttamente ma attraverso i suoi uomini Berlusconi boccia il governo: è la ricetta del governo che non funziona. Servirebbe una cura choc con draconiani tagli alle tasse e alla spesa pubblica ma un governo di sinistra non lo potrà mai fare. Questa l'analisi dell'ex premier stupito che esponenti della maggioranza esultino per dei dati così drammatici.

Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, commenta così via twitter: «Pil crescita dello zero-virgola. Politica economica #governo sbagliata! Bisogna abbassare le tasse! Basta proclami e promesse, servono fatti». E pure Brunetta affonda il colpo: «Abbiamo un acquisito dello 0,4% ed è a rischio persino quel misero 0,7% di crescita che si era ipotizzato. Siamo ancora gli ultimi in Europa. Non si cresce e senza crescita non c'è occupazione». E pure Daniela Santanchè affonda il colpo: «Renzi può raccontare tutte le balle spaziali di questo mondo, ma i numeri parlano chiaro: il Pil nel secondo trimestre ha registrato una flessione positiva così contenuta da far ridere i polli. Alla faccia delle riforme e di quanto è bello e bravo il governo, l'Italia è ferma, bloccata, impaurita e incapace di riprendersi».

Mariastella Gelmini, invece, sottolinea un altro aspetto a cui l'ex premier tiene molto e che considera il male principe del Paese: la spesa pubblica. Gelmini incalza: «Non dobbiamo dimenticare di porre il Pil in relazione al debito pubblico, che non registra ancora riduzioni significative, dopo l'aumento record di aprile».

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