Marcello Foa incassa il via libera per la presidenza della Rai dal Consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Un primo passo in vista dell'esame decisivo della Commissione di Vigilanza Rai. Questa mattina per rendere effettiva la nomina serviranno i voti dei due terzi della Commissione. Un traguardo che alla luce dell'opposizione di Forza Italia e del Pd, appare impossibile da raggiungere per il direttore del Corriere del Ticino.
Foa in cda è stato votato da cinque consiglieri su sette. I consiglieri di amministrazione Rai «hanno nominato con il voto contrario del consigliere Rita Borioni e l'astensione del consigliere Riccardo Laganà come presidente del cda Marcello Foa che ha lasciato la sala del consiglio al momento della votazione. Il consiglio ha successivamente nominato amministratore delegato dell'azienda Fabrizio Salini come da indicazioni del ministero dell'Economia», si legge nel comunicato di Viale Mazzini.
Le parole di Foa sono prudenti e accompagnate dalla promessa di un impegno forte per il pluralismo, senza logiche di bandiera. «Ringrazio il cda per la fiducia accordatami e attendo con rispetto il voto della commissione parlamentare di Vigilanza della Rai. Esprimo apprezzamento per il clima molto costruttivo della riunione odierna e sono davvero lieto di partecipare a un Consiglio composto da personalità così competenti e preparate. Ho ribadito il mio impegno a garantire l'autonomia dei giornalisti per un'informazione di servizio pubblico autorevole, indipendente e autenticamente pluralista. La Rai è una risorsa per il Paese e non solo per l'informazione, risorsa che va onorata e difesa nell'interesse esclusivo dei cittadini». Le logiche della partitocrazia «sono estranee ai miei valori e alla mia cultura che, invece, contemplano un solo impegno incrollabile: quello nei confronti di un giornalismo libero, trasparente e intellettualmente onesto, senza pregiudizi ideologici».
In Vigilanza Rai i componenti sono 40 e per ratificare il presidente servono 27 voti (a scrutinio segreto). La maggioranza gialloverde può contare su 21 voti (14 del Movimento Cinque Stelle e 7 della Lega), più 2 di Fratelli d'Italia, che con Giorgia Meloni ha assicurato il sì a Foa. «Contiamo sul fatto che la Vigilanza bocci la sua candidatura» dice il senatore Pd Salvatore Margiotta. Forza Italia non dovrebbe partecipare al voto per evitare il rischio di franchi tiratori e rendere ancora più chiara la propria scelta. Il Pd e Leu faranno lo stesso.
Se Foa sarà bocciato, Forza Italia si attende un altro nome dal ministro del Tesoro Tria e spera in un metodo diverso, con una concertazione preventiva. Prima del voto del cda era spuntata l'ipotesi che al posto di Foa potesse andare un altro consigliere di amministrazione, Giampaolo Rossi, eletto su indicazione di Fdi. L'ipotesi, però, non ha preso quota.
«Io ho votato Foa con grande orgoglio» dice Rossi «perché è un grandissimo professionista, un intellettuale libero, e credo che sia un ottimo presidente della Rai. Abbiamo un ottimo amministratore delegato e siamo pronti a lavorare». Oggi, però, la partita potrebbe riaprirsi.
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