I volontari della guerra santa tedeschi, che sono andati a combattere in Siria ed Irak con i gruppi del terrore come lo Stato islamico sono circa 800. Si tratta in gran parte di cittadini tedeschi di origine islamica o convertiti. Al momento è solo un'ipotesi che l'attacco a Monaco sia di matrice islamica. Circolano voci su una possibile strage di terroristi di destra, che odiano gli stranieri. Strano che un attentatore si sia suicidato sparandosi alla testa. Un gesto considerato «peccato» dagli islamici duri e puri che preferiscono farsi saltare in aria, ma la minaccia più attuale era quella dei gruppi jihadisti.
Centocinquanta combattenti della guerra santa risultano rientrati in patria, ma il pericolo è costituito dalle cellule che sono tornare in Germania. In alcun casi hanno usato la rotta balcanica dei migranti spacciandosi per profughi siriani. Da mesi il capo dei servizi segreti interni, Hans-Georg Maassen e il ministro dell'Interno, Thomas de Maiziere, ripetono che il rischio attentati «è molto elevato». I video di propaganda del Califfato hanno montato immagini che mostrano la Cancelleria a Berlino in fiamme. Oltre carri armati e miliziani delle bandiere nere che avanzano. Immagini che servono ad aizzare i lupi solitari e attirare nuove reclute.
I presunti jihadisti schedati e in parte controllati, che potrebbero compiere attentati in Germania, sono 499. A giugno l'antiterrorismo ha arrestato tre siriani, nomi e iniziali dei cognomi: Hamza C, 27 anni, Mahood B, 25 anni e Abd Arahman AK, 31 anni. Secondo le indagini stavano preparando un attacco suicida multiplo con giubbotti esplosivi a Dusseldorf, anche se il piano era ancora in alto mare.
Pochi giorni fa un giovane afghano, che aveva ottenuto l'asilo in Germania, si è scatenato a colpi d'ascia su un treno prima di venir ucciso dalla polizia. In un video aveva giurato fedeltà allo Stato islamico. Un classico lupo solitario, che si è buttato allo sbaraglio. Ben diverso l'attacco del terrore con armi da fuoco di ieri a Monaco. I predicatori estremisti di stampo salafita fanno proseliti fra i rifugiati dalla Siria, l'Iraq in Afghanistan per trasformarli in jihadisti. Fra i richiedenti asilo (oltre un milione lo scorso anno) sono stati segnalati dall'antiterrorismo almeno 300 tentativi di reclutamento. I salafiti schedati sono 8.650 , ma il vero pericolo arriva dalle cellule clandestine che rientrano dal Medio Oriente. Per il portavoce del ministero della Giustizia, Philip Scholz, prima dell'attacco di Monaco erano in corso 120 inchieste sul terrorismo di matrice islamica, 180 gli indagati.
Ad aprile le intelligence occidentali avevano segnalato almeno 13 veterani dello Stato islamico rientrati un Europa per compiere attentati. Almeno 6 hanno vissuto in Italia. Uno dei questi, Darrajino Labidi, risiedeva a Rivalta di Torino e prima di partire per la Siria si era iscritto all'università, alla facoltà di Lingue. Ora sarebbe tornato in Germania.
Sul suo profilo Facebook risultava evidente la deriva verso l'estremismo. Nel 2014 sembra un giovane che si diverte come qualsiasi miscredente, ma lo scorso anno i selfie che postava lo ritraggono vestito di nero con la divisa dei combattenti delle bandiere nere in mezzo al deserto. E l'indice puntato verso il cielo che significa «non c'è Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta». Negli anni duemila fra i primi volontari della guerra santa dalla Germania c'erano diversi convertiti, che sono partiti verso l'area tribale a cavallo fra il Pakistan e l'Afghanistan. Il nocciolo duro era composto da una dozzina di tedeschi, che si sono addestrati con Al Qaida e di talebani.
L'obiettivo era sempre lo stesso: rientrare in patria per colpire in Germania, ma in molti sono stati inceneriti dai droni Usa. Ora la minaccia arriva dalla Siria e dall'Irak con 800 jihadisti tedeschi, che hanno aderito ai gruppi estremisti come l'Isis o il fronte Al Nusra, costola di Al Qaida. Fra questi 29 uomini delle forze armate tedeschi.
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