Il centrodestra: tardi, ma giustizia è fatta

Tajani (Fi): il terrorista rosso che si è preso gioco dell'Italia merita la galera

Il centrodestra: tardi, ma giustizia è fatta

Roma La soddisfazione negli ambienti politici del centrodestra si veste di pragmatismo e buonsenso. In Forza Italia e nel partito di Giorgia Meloni sostituiscono l'esultanza giustizialista fine a sé stessa con la necessità di voltare pagina e di garantire il senso più pieno alla parola giustizia.

Quindi c'è chi chiede di ampliare le indagini per capire e scoprire complicità e coperture e chi organizza manifestazioni davanti a ambasciata e consolato brasiliano per sollecitare l'estradizione dell'uomo condannato per quattro omicidi. «Giustizia è fatta nei confronti di un uomo - ammonisce, a esempio, la parlamentare azzurra Mara Carfagna - che per troppi anni è sfuggito alla sua pena, potendo contare su una rete di protezione garantita dalla sinistra internazionale, sulla quale è bene che si indaghi. Questo non restituirà serenità alle famiglie delle vittime, non risarcirà il signor Alberto Torregiani, ma potrà restituire loro la possibilità di credere nella giustizia».

«Un terrorista rosso - le fa eco su Twitter il vicepresidente del partito, Antonio Tajani -che si è preso gioco delle vittime, dei loro familiari e dell'Italia intera merita di stare in galera!» Mentre il deputato di Fratelli d'Italia Marco Silvestorni sottolinea i vezzi e le pose di chi si sentiva protetto oltreconfine. «Troppi anni passati da sbruffone con calici alzati - dice -, da domani galera per lui e che ci sia finalmente vera giustizia per le vittime e i familiari». L'attesa di questo momento per Anna Maria Bernini, capogruppo in Senato di Forza Italia, è «durata fin troppo» e auspica soprattutto procedimenti rapidi di estradizione. «Questo arresto - commenta Ignazio La Russa (FdI) - rappresenta un meritato schiaffo a certa intellighenzia di sinistra italiana e mondiale e ai tanti governi che in questi decenni gli hanno offerto copertura, in primis quello del presidente Luiz Inacio Lula da Silva che negando l'estradizione di Battisti ha impedito che la giustizia facesse il suo corso». Fratelli d'Italia, sia a Milano che a Roma, oggi si farà promotrice di sit-in di protesta davanti a consolato e ambasciata brasiliana per sollecitare il provvedimento di estradizioni ma anche, come sottolinea lo stesso La Russa, per esprimere «gratitudine e soddisfazione».

Tutti, ovviamente, plaudono alle forze dell'ordine, al fattivo coordinamento dell'Interpol, e alle autorità boliviane e brasiliane. E poi c'è chi trasforma subito la «vittoria» politica e morale in un guanto di sfida nei confronti di chi a suo tempo si mobilitò in favore della revisione dei processi che vedevano imputato Cesare Battisti. Tra i primi a levare un urlo di indignazione Daniela Santanchè (Fratelli d'Italia).

«Ma Vauro Senesi, Roberto Saviano e Giuseppe Genna - si chiede su Twitter la parlamentare - avranno adesso la decenza di chiedere scusa?» Rimane adesso un unico dubbio, o meglio un timore velato. Espresso con fierezza da Francesco Storace (La Destra) sempre dalla ribalta di Twitter: «Tenteranno di farlo martire. La sinistra ci proverà ancora. Cesare Battisti, però, deve crepare in galera. Qui da noi in Italia».

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