Centrodestra in vantaggio Uno su due non ha votato

Affluenza in calo: 48,5%. Sinistra a rischio flop anche nei feudi di Sondrio, Pisa e Imola. Avellino verso il M5s

Le condizioni meteo, tutto sommato favorevoli, hanno contribuito a far calare l'affluenza ai ballottaggi delle elezioni comunali che si sono svolte ieri. Il clima propizio alla gita fuori porta ha tolto un po' di appeal a un confronto che al primo turno nella stragrande maggioranza dei casi ha messo fuori causa il Movimento Cinque stelle demotivando, pertanto, i suoi attivisti. Alle 19 di ieri sera, secondo i dati forniti dal Viminale relativi a 67 dei 75 Comuni coinvolti si era recato alle urne il 33,38% degli aventi diritto con un netto calo rispetto al 42,82% del primo turno. Tra i capoluoghi coinvolti dalla consultazione si segnala una sostanziale tenuta dell'affluenza a Pisa (42,09% contro il 43,67% del primo turno) e a Siena (41,39%; 47,78%), mentre ad Ancona e a Brindisi si era recato al seggio meno del 30% degli elettori.

In Sicilia, che ha un ufficio elettorale autonomo, il dato complessivo relativo agli otto Comuni impegnati ha segnalato un'affluenza del 28,4% a fronte del 42,75% del 10 giugno. La partecipazione nei tre capoluoghi è scesa al di sotto del 30% sia a Messina (29,1%) che a Ragusa (29,7%) e Siracusa (23,6%).

Il confronto andato in scena ieri ha riproposto il leitmotiv che ha caratterizzato la cosiddetta Seconda Repubblica, ovvero il centrodestra contro il centrosinistra nelle loro formazioni più o meno classiche. E, secondo le indiscrezioni relative agli exit poll commissionati dalle forze politiche, il raggruppamento Lega-Fi-Fdi sarebbe riuscito a espugnare le roccheforti rosse di Pisa e di Imola, mentre il Pd e i suoi alleati sono riusciti a conservare alla causa Siena nonostante le vicissitudini legate al Monte dei Paschi. L'onda lunga del 4 marzo si è tutt'altro che affievolita come testimoniato anche dal primo turno nel quale il centrodestra si era aggiudicato direttamente Treviso, Vicenza, Barletta e Catania, mentre gli avversari a trazione piddina avevano prevalso solo a Brescia e a Trapani. A questo bisogna aggiungere come in alcuni casi come Imperia e Viterbo la compagine verde-azzurra abbia giocato una partita «in casa» considerato che gli sfidanti avevano un background di centrodestra.

I primi dati incoraggianti hanno evidenziato, tuttavia, una serie di problemi che da oggi dovranno essere affrontati a livello politico. In primo luogo, nonostante il governo Conte, la formula originaria del centrodestra non ha perso appeal, pur nella sua nuova formulazione con una maggiore rilevanza leghista, confermandosi come proposta gradita anche per il governo delle città. Un dato del quale Matteo Salvini, attuale leader della coalizione, non potrà non tenere conto ove mai dovesse pensare a nuove alchimie che dovessero coinvolgere i pentastellati. Per converso, non si può trascurare come la sovraesposizione mediatica del leader del Carroccio abbia contribuito ad aumentare i consensi della Lega. Anche ieri il Capitano è stato protagonista sui social twittando in materia di immigrazione. Un protagonismo debordante che induce riflessioni anche in Forza Italia.

Si è palesata decisamente, infine, la situazione di difficoltà del centrosinistra che ha perso due «fortezze» storiche come Pisa e Imola, a testimonianza del fatto che nemmeno le élite locali

(il sistema dei «cacicchi» per i suoi detrattori) riescono a coagulare il consenso popolare. Si può dire che il Pd ormai stia presidiando lo «zoccolo duro» (o quel che ne resta) in attesa di una transizione post-renziana.

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