Chi è l'assessore grillino con il fratello a processo per pedofilia

Dopo ore di suspense, ecco chi è l'assessore “imparentato male”, con un “parente molto stretto a processo per pedofilia”

Chi è l'assessore grillino con il fratello a processo per pedofilia

Dopo 24 ore di suspense, creata dal presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità Francesco Storace, quell’assessore grillino “imparentato male”, con un “parente molto stretto a processo per pedofilia” ha un nome ed un cognome. Si tratta di Alessandro Gennaro, neo assessore alle partecipate della giunta Raggi. Quarant’anni, commercialista, revisore legale e docente della Sapienza in Finanza del Governo d’impresa, Gennaro è subentrato al dimissionario Colomban da appena due giorni.

Nemmeno il tempo di insediarsi che, dal suo profilo Facebook, Storace lo aveva attaccato: “Gira una voce nei palazzi di giustizia. Pare che un assessore della Raggi abbia uno stretto congiunto coinvolto in una brutta storia di pedofilia. Per favore sementire, oppure diteci che la sindaca è stata informata”. Nulla di più.

Sentito da Il Giornale.it, il presidente di Mns, aveva aggiunto: “La vittima è un minore disabile, il che rende questa vicenda ancor più deprecabile, non posso aggiungere altro se non che l’imputato è il fratello di un assessore capitolino, vorrei che fosse Virginia Raggi a dirlo ma, se non lo farà, ci penserò io domani”. Per ribadire il concetto, aveva anche indirizzato al primo cittadino di Roma una lettera aperta, premettendo che “non è un reato essere parente strettissimo di un presunto pedofilo a processo. Si può anche litigare e prendere le distanze dal congiunto più prossimo. Se questo è avvenuto bene”. E poi, rivolgendosi alla Raggi, l’aveva esortata a “farne il nome”, a dire “come stanno le cose”.

Da Palazzo Senatorio, però, nessuno sembrava essersi interessato alla vicenda. Oggi invece, come si apprende dall’Ansa, il “misterioso assessore” sarebbe uscito allo scoperto ammettendo: “Mio fratello sta affrontando una vicenda giudiziaria delicata con un’accusa pesante che non ha nulla a che fare con me, né con l’incarico che sto portando avanti. Sono sicuro che la magistratura, di cui ho il massimo rispetto, farà chiarezza”. Il neo assessore ha quindi parlato di “sciacallaggio” aggiungendo: “Spero d’ora in poi di essere chiamato in causa solo per le mie capacità professionali e gli esiti del mio lavoro, che nulla hanno a che fare con altre vicende familiari che al massimo mi coinvolgono dal punto di vista umano ed emotivo”.

Tempestiva le replica di Storace che, prima della rivelazione, è stato accusato d’aver diffuso una notizia falsa: “Non ho detto il falso, l’assessore Gennaro ha fatto bene ad uscire allo scoperto e magari dalle prossime udienze a Veroli eviti di presenziare ad un processo in cui suo

fratello, imputato, non si fa mai vedere”. Precisando poi che “lo sciacallo, secondo i magistrati, ce l’ha in casa a danno di un minore, disabile psichico, duramente provato. Al suo posto, altro che giunta capitolina...”.

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