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A chi giovano certe rivelazioni a orologeria fatte filtrare sul caso Yara? Ieri la Stampa ha riportato la notizia che anche Fabio, il fratello minore di Massimo Bossetti, presunto killer di Yara Gambirasio, sarebbe «illegittimo» come avrebbe riferito la pm Letizia Ruggeri durante un interrogatorio con la madre di Bossetti, Ester Arzuffi. Ma perché renderlo noto? Qual è la rilevanza penale? Nessuna. La notizia salta fuori proprio nei giorni in cui la solidità del Dna di Bossetti viene rimessa in discussione. Coincidenze? I pm hanno già demolito la credibilità della Arzuffi. Anche la vita privata di Marita Comi, moglie di Bossetti, è stata fatta a pezzi tirando in ballo un presunto amante, senza che le sue eventuali tresche amorose abbiano un minimo collegamento con le indagini. Ieri è toccato all'altro fratello, del tutto estraneo al caso. La Procura ha in mano 18mila Dna di persone innocenti, e a oggi nessuno sa che tipo di uso la Procura stia facendo di queste informazioni. Qui non c'è solo in gioco la cattura dell'assassino di Yara.

Qui ci sono in gioco 18mila persone innocenti che rischiano di vedere la propria vita stravolta da rivelazioni a orologeria legate al Dna che sono stati costretti a fornire alla magistratura. Si chiama violazione della privacy.

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